Centrodestra: tormenti in Forza Italia per la presentazione delle liste
di Paola Di Caro
La presidente del Senato Casellati dirottata in Basilicata, «spodestata» dal suo seggio storico in Veneto. Il Molise sembra destinato al presidente della Lazio Claudio Lotito
Il caos che regna in Forza Italia per l’ultima, disperata corsa alla candidatura blocca la presentazione ufficiale delle liste del centrodestra. E tiene con il fiato sospeso i 123 azzurri uscenti, pochi certi della rielezione.
Nonostante un vertice di tre giorni a Villa Certosa tra Berlusconi e i big del partito — Tajani, Ronzulli, Bernini e Barelli — non si riesce a trovare una soluzione che accontenti almeno i nomi noti del partito, tra scontri feroci che stanno attraversando territori e correnti interne. E ieri sera i leader di FdI, Lega e centristi ancora erano in attesa di chiudere le proprie liste proprio per aspettare gli alleati, ed essere certi che alla fine si rispetti la regola del 60-40% di quote di genere obbligata per legge. Comunque dalle loro liste ormai chiuse qualcosa filtra: Giorgia Meloni alla fine dovrebbe candidarsi nell’uninominale Camera a L’Aquila e guidare 5 circoscrizioni proporzionali da Nord a Sud. Per FdI sarebbero confermate le presenze di Marcello Pera, Carlo Nordio, Giulio Tremonti (che correrebbe al Senato a Milano centro, collegio a rischio ma contendibile) e naturalmente di tutti i big, tranne Crosetto che non si candida e guarda semmai a un incarico da ministro. Per i centristi, si prospetta una sorpresa clamorosa: Sgarbi — se nella notte non rifiuterà — correrà a Bologna sfidando direttamente Casini.
Ma è FI che incendia la giornata. I vertici azzurri, raggiunti anche da Micciché, sono «impazziti» (parole loro) fino a notte per risolvere casi aperti che potrebbero trascinarsi fino a stasera. A partire dal più clamoroso, quello della presidente del Senato Casellati, «spodestata» dal suo seggio storico in Veneto (dove il partito è entrato in subbuglio, con dimissioni del deputato Bond che avverte che «qui non si farà campagna elettorale») da Bernini, emiliana, sua rivale fino ai tempi proprio dell’elezione alla presidenza del Senato. Casellati è stata dirottata in Basilicata , facendo saltare la candidatura del lucano sottosegretario Giuseppe Moles (che ha rifiutato la proposta di fare il capolista, sapendo che non esiste possibilità di elezione), e provocando una rivolta locale: in tanti per protesta stavano ritirando le presenze di testimonianza (obbligatorie) in lista, convinti però poi ad accettare dallo stesso coordinatore, per senso di «responsabilità» verso il partito. Si era pensato che Moles potesse approdare in Molise, dopo l’esclusione di Tartaglione dal collegio della Camera occupato dal centrista Cesa, ma il seggio sembra destinato al presidente della Lazio Claudio Lotito.
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