Centrodestra, liste chiuse: tra i candidati azzurri anche Rita Dalla Chiesa e Giulio Tremonti con Fratelli d’Italia
di Paola Di Caro
Scelte anche le candidature del Terzo polo, con i due leader Calenda e Renzi in corsa anche Boschi e le tre ministre
A poche ore dal gong finale — con la scadenza per la consegna fissata per oggi alle 20 — sono praticamente definite e ufficiali le liste dei collegi uninominali del centrodestra , che oggi si completeranno con il deposito di quelle di ogni singolo partito della coalizione per la quota proporzionale. In una corsa più ad escludere che ad includere — tantissime le richieste, pochi i posti dopo il taglio di un terzo del numero dei parlamentari, soprattutto per i partiti che dal 2018 hanno perso consensi come FI e Lega — fanno rumore più le sicure o probabili bocciature di tanti nomi noti che le new entry.
Conferme e novità
Tutti i partiti — come anche il Terzo polo che ha ultimato le liste — confermano i propri big e vertici, e cercano di fare i conti con esigenze di promozione della classe dirigente sul territorio e tutela degli uscenti. Lo ha fatto la Lega, con poche eccezioni, come l’esclusione del senatore di origine nigeriana Toni Iwobi. Lo fa sicuramente Fratelli d’Italia, che in una nota rivendica la scelta di puntare su uscenti, ma anche «sindaci, amministratori, rappresentanti delle libere professioni, categorie produttive, mondo della cultura, dello sport, del turismo, associazionismo, volontariato», come anche «esponenti del mondo conservatore». E quindi, se la leader si candida nell’uninominale all’Aquila e in cinque circoscrizioni alla Camera, FdI in una nota cita gli altri nomi di spicco: gli annunciati Marcello Pera, Carlo Nordio, Giulio Tremonti, e poi Maurizio Leo, il prefetto Giuseppe Pecoraro, Antonio Guidi, Giulio Terzi di Sant’Agata, Eugenia Roccella (animatrice del Family Day) fra i più noti, ma anche Lara Magoni e Barbara Merlin. entrambe ex sciatrici. E ancora, accanto ai big — da Ignazio La Russa a Francesco Lollobrigida a Raffaele Fitto — ci sono giovani del partito promossi in prima linea.
Le sorprese
Anche Forza Italia piazza a sorpresa due candidature di spicco proprio al rush finale: Rita Dalla Chiesa in Puglia e Maurizio Casasco, presidente di Confapi, a Brescia. Ma deve affrontare una serie di mugugni, proteste e anche rivolte interne per le esclusioni e la scelta spesso usata di «catapultare» candidati di territori molto lontani in collegi sicuri in altre regioni, a danno degli esponenti del territorio. È successo in Veneto con l’approdo di Anna Maria Bernini al posto di Elisabetta Casellati, spostata in Basilicata a danno di Giuseppe Moles, fuori dalle liste; proteste sia in una regione che nell’altra, come in Molise che si ritrova due candidati, Cesa e il patron della Lazio Claudio Lotito, entrambi non del territorio.
I big naturalmente si sono tutelati e hanno tutelato i loro fedelissimi: Berlusconi ha candidato la compagna Fascina nel proporzionale in tutta la Campania alle spalle di Tajani che guida le circoscrizioni , ma le spetta anche un uninominale a Marsala, in collegi blindati sono Ronzulli (Como), lo stesso Tajani (Velletri), Bernini appunto, Barelli che guida due circoscrizioni nel Lazio, il medico personale Zangrillo, oltre ai promossi e sempre più integrati nel gruppo Cattaneo e Mandelli, e tanti altri.
Chiaro che chi deve fare sacrifici protesta. A tutti, della sua regione e no, replica Gianfranco Micciché, volato a Roma per garantire la sua truppa che guiderà dal Senato ottenendo ricandidature sicure di parlamentari storici — da Prestigiacomo a Giammanco — ed esponenti locali radicati: il taglio dei parlamentari «è doloroso» e comporta sacrifici, ma bisogna remare tutti nella stessa direzione, ci sono anche le elezioni regionali per riequilibrare.
I moderati
Per i centristi, esclusi Paolo Romani, dopo le rinunce di Quagliariello e Marin, ci sono Michela Vittoria Brambilla come indipendente, che sarà candidata a Gela, Saverio Romano pure in Sicilia, esponenti di Toti in Liguria, Lupi a Lecco, Gianfranco Rotondi ad Avellino, Paola Binetti in Trentino, Vittorio Sgarbi a Bologna.
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