Il filosofo rossobruno e quelle trame con la destra italiana

Dugin pensava anche al M5S. E lo disse a chiare lettere al sito web di Defend Democracy Press. Se a italiani, tedeschi e francesi fosse stata data la possibilità di ritirarsi, affermò, «sarebbe successo il giorno dopo»: «Se lo chiedessimo oggi agli italiani, ovviamente se ne andrebbero anche loro. E sappiamo che lo chiedono Lega Nord e Cinque Stelle. Dobbiamo affrontare la verità: l’Unione europea sta cadendo a pezzi; è la fine della Torre di Babele, basata sulla geopolitica atlantica e sul sistema di valori liberale».

«L’Italia è oggi l’avanguardia geopolitica della Quarta Teoria Politica» spiegò Dugin lodando Giuseppe Conte e il suo primo governo: «L’unione tra Lega e Cinque Stelle è il primo passo storico verso l’affermazione irreversibile del populismo e il passaggio a un mondo multipolare». Per questo, disse, quel governo italiano era un partner naturale del Cremlino.

Di certo foto e amici imbarazzanti tornano a galla: ieri per esempio l’estremista di ultradestra americano James Porrazzo ha twittato una foto di Darya Dugina, chiamandola «una guerriera che sapeva che sarebbe potuto succedere», e in questa foto “Dari” è proprio accanto a Salvini.

LA STAMPA

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