Chi ha ucciso Darya, la figlia di Dugin, a Mosca? Partigiani ucraini o oppositori interni?
Per questo è uno strumento di lotta «amato» in certe fasi. Consente di agire con libertà, di destabilizzare e nascondere la mano. Al tempo stesso, a forza di ripetere atti simili e lasciando intendere che ci sia un coinvolgimento, autorizzi l’avversario ad accusarti. Anche se sei estraneo. Vale per Kiev che allude al karma e alle sigarette quando saltano per aria gli impianti in Russia, vale per Mosca che ha liquidato gli oppositori all’estero.
L’eventuale coinvolgimento, vero o presunto, degli ucraini può scatenare una reazione a catena. I russi cercheranno la loro vendetta, il campo della battaglia si allarga, i rappresentanti dell’establishment avversario finiscono nel mirino. In realtà lo erano già — basti pensare agli allarmi per Zelensky protetto da un triplo scudo — ma l’eliminazione della Dugina li espone ancora di più.
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