“O Roma o morte”, la mostra della vergogna

Niccolò Zancan

E adesso vogliono trasformare questa mostra di cimeli fascisti in un carrozzone itinerante celebrativo. Lo vogliono fare perché sostengono di avere molte richieste in Italia. «Abbiamo ricevuto tre inviti da Milano e uno da un’associazione culturale di Bolzano, ma il primo che stiamo considerando è quello per Roma. Saremmo ospiti dell’Università la Sapienza, con il professore emerito Giuseppe Parlato. Ora che ci penso: ci hanno contattato anche da una libreria del litorale laziale».

Chi parla è il professor Franco D’Emilio, origini liguri, pensione a Forlì, per quarant’anni al lavoro al Ministero per i Beni Culturali. È lui a firmare l’allestimento della mostra di Predappio, assieme all’avvocato Francesco Minutillo: una strana coppia. Fino al 2020 Minutillo era nel direttivo nazionale di Fratelli d’Italia, partito con cui si era candidato anche come sindaco di Forlì. A quel tempo era già stato condannato per diffamazione, dopo essere andato a Ravenna sulla tomba del partigiano Arrigo Boldrini, nome di battaglia «comandante Bulow», medaglia d’oro della Resistenza e padre costituente, per girare un video in cui lo definiva «un criminale». Sempre Minutillo su Facebook ebbe a scrivere: «Solo un nuovo manifesto di Verona contro islamici e negri ci può salvare. Nuove leggi razziali e tutela della cristianità: ecco cosa dovremmo fare. Ma gli italiani, popolo bue, non lo faranno anche per colpa della nostra schifosa Costituzione scritta dai maiali partigiani». Frase dopo la quale diede l’addio alla carriera politica per dedicarsi a Predappio: «L’intento è sempre e solo stato quello di servire la Buona Battaglia». Era novembre 2020.

Quando a Predappio venne convocato l’estrema destra italiana per i novant’anni della marcia su Roma, ottobre 2021, solo due persone erano autorizzate a parlare con i giornalisti. Una si chiama Mirco Santarelli, di Faenza, vanta diverse candidature con i fascisti di Forza Nuova e si fregia del ruolo di «presidente dell’Associazione nazionale Arditi d’Italia», oltre che di essere il cerimoniere della manifestazioni di questo genere a Predappio. «Camerata Benito Mussolini? Presente!». «Le leggi razziali promulgate dal Duce? Furono all’acqua di rose», disse quel giorno Mirco Santarelli.

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