Tito Boeri: “Dai politici solo slogan elettorali, bisogna alzare i salari ai giovani”
«È davvero incredibile come la politica italiana sembra non imparare mai dalle esperienze passate, sento gli stessi slogan della campagna elettorale del 2018. Ad esempio, nonostante il fallimento di Quota 100, adesso si propone Quota 41». Tito Boeri, economista ed ex presidente dell’Inps, ha letto i programmi dei partiti: «Lunghissime liste della spesa senza saper stabilire una priorità». Il giudizio su Giorgia Meloni è severo: «Da lei solo misure che gonfiano il debito pubblico, stavolta non basterà lo scudo della Bce a salvarci dallo spread». Boeri teme un’emergenza sociale in autunno: «Abolire il reddito di cittadinanza vuol dire condannare una fascia della popolazione a condizioni di indigenza».
Professore, la flat tax del centrodestra è incostituzionale?
«La
flat tax proposta da Salvini e Berlusconi non è incostituzionale perché
la Costituzione prevede che il sistema fiscale sia progressivo nel suo
complesso. Abbiamo già delle imposte che sono regressive, penso all’Iva
che colpisce di più le persone che hanno redditi bassi. La loro flat tax
ha un elemento di progressività, anche se certamente minore dell’Irpef,
in quanto c’è una soglia di reddito sotto cui non si pagano le tasse».
E la flat tax incrementale proposta da Giorgia Meloni?
«Quella
è incostituzionale perché viola il principio dell’equità orizzontale,
in quanto due persone con lo stesso reddito vengono trattate
diversamente. Chi guadagna di più rispetto all’anno precedente viene
alleggerito dalla pressione fiscale, chi perde reddito viene
penalizzato, è esattamente l’opposto di quello che un sistema fiscale
dovrebbe fare. La tassazione incrementale è di una complessità estrema:
crea un infinito numero di aliquote perché le tasse vengono pagate non
solo in base al reddito attuale, ma anche a quello passato».
Enrico Letta rilancia l’idea di una patrimoniale per finanziare una dote per i giovani. Come la giudica?
«L’Italia è una sorta di paradiso fiscale per le tasse di successione. Penso sia giusto che eredità che trasferiscono patrimoni molto alti, sopra i 5 milioni di euro, possano essere soggette a una tassazione comparabile a quella che c’è in Francia e in Germania. Ma la tassa di successione non è un argomento da sollevare in campagna elettorale, quando in tanti sono pronti a terrorizzare la gente con la patrimoniale. E non capisco questa idea della dote per i giovani, ci sono modi molto più efficaci per aiutarli. Meglio defiscalizzare i contributi sociali al di sotto dei 35 anni per permettere ai giovani di avere maggiori opportunità di impiego, e ai datori di lavoro di garantire salari netti più elevati».
Dopo Quota 100, la Lega propone Quota 41 per andare in pensione. Che cosa ne pensa?
«Nonostante
il fallimento di Quota 100 si vuole creare un altro trattamento di
favore per alcune categorie di lavoratori e per alcune generazioni.
Quota 41 è molto onerosa, potrebbe costare 10 miliardi l’anno ed è
maschilista perché le donne, vittime di molte interruzioni di carriera,
difficilmente riescono ad arrivare a 41 anni di contributi».
Qual è la sua idea?
«Servirebbe un’operazione
sostenibile sulla flessibilità in uscita che non imponga, a chi ha la
pensione con una componente retributiva, il ricalcolo contributivo di
tutto l’assegno. La flessibilità in uscita non dovrebbe essere così
penalizzante come Opzione donna».
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