L’eclissi cattolica in politica

Fino a qualche anno fa a tale silenzio della Chiesa corrispondeva tuttavia la voce dei cattolici. Che per molto tempo è stata una voce ben udibile in grande prevalenza a favore del centrosinistra (come voce: quanto al voto le cose stavano probabilmente in modo diverso). Dopo la fine della Democrazia cristiana, infatti, esponenti importanti vecchi e nuovi del mondo cattolico, spesso della stessa Dc, si sono schierati sì con il Pd, ma sempre nella sostanza come dei puri vassalli fiancheggiatori. Con la speranza forse di dare un’anima cristiana a una sinistra rinnovata, e che dal naufragio della Prima Repubblica potesse salvarsi la cultura politica comunista e il suo partito, i quali della Prima Repubblica, invece, avevano condiviso in pratica tutto; fino al 1989 anche le tangenti. Commettendo, insomma, l’errore di credere ingenuamente al mito della «diversità» che il Pci aveva costruito di se stesso; e quindi di pensare che una volta eliminato l’ostacolo rappresentato dalla Dc l’arrivo al potere dell’ex Pci e dei suoi uomini avrebbe rappresentato l’inizio di chissà quale rinnovamento del Paese.

L’evidente fallimento di questo disegno ha lasciato i cattolici italiani come si trovano oggi: di fatto politicamente muti, incapaci di una iniziativa autonoma. Per acquistare la quale dovrebbero convincersi ad accettare due condizioni. Innanzi tutto quella di muoversi sul terreno della politica al di fuori di qualunque /ispirazione/tutela/patronage da parte della Santa Sede o della Chiesa italiana (entrambe evidentemente disinteressate, impossibilitate o in altre faccende affaccendate); in secondo luogo accettare in modo esplicito di non ambire a rappresentare né un qualche movimento né il tutto — il mitico «mondo cattolico» che implica l’obbligo di stare nella posizione di un ormai inesistente «centro» — ma di essere necessariamente solo una parte, di destra o di sinistra, e magari decidersi a farlo unendosi anche a chi proviene da fedi o culture politiche differenti ma non incompatibili.

La vicenda dei cattolici italiani è stata troppo importante e ricca di risultati, ancora oggi essi annoverano troppe energie, volontà, capacità, perché tutto sia consegnato definitivamente a un passato senza futuro.

CORRIERE.IT

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