Matteo Renzi: “Letta incoerente, sta con gli anti Draghi. Non credo alla Meloni finta moderata”

Alessandro Barbera

Senatore Matteo Renzi, il prezzo del gas è arrivato a 340 euro a megawatt ora. Mario Draghi si trova costretto a intervenire per la terza volta in pochi mesi, nonostante sia dimissionario. Pensa debba essere lui a farlo? E se necessario dovrebbe finanziarlo in deficit?
«Si, deve essere Draghi. Anche perché è il migliore che abbiamo, sa dove mettere le mani, e come».

Ieri Enrico Letta si è chiesto con quale credibilità i partiti che hanno mandato a casa Draghi ora chiedono a lui di intervenire. È d’accordo?

«Il principio è sacrosanto. Ma mi domando con quale credibilità Letta faccia agli altri le prediche dopo aver imbarcato in coalizione chi ha sempre combattuto Draghi. Fratoianni è alleato di Letta, eppure in Parlamento ha sempre contestato Draghi. Medico cura te stesso, verrebbe da dire a Letta. Tutti gli schieramenti hanno imbarcato chi ha fatto cadere Draghi. Gli unici ad averlo sempre difeso siamo noi del Terzo polo».

Lei pensa sia possibile introdurre un tetto nazionale al prezzo del gas? O l’unica strada è quella europea? Il 20 ottobre sarà ancora Draghi a doverne discutere al tavolo dei Ventisette. Ma con quale legittimazione? Ha un consiglio da dargli?

«Non mi permetto di dare consigli a Draghi. La nostra posizione è in linea con la strategia del ministro Cingolani e coerente con quanto abbiamo realizzato quando noi facevamo lo Sblocca Italia e tutti gli altri, da Meloni a Salvini, da Berlusconi a Grillo votavano contro organizzando referendum No Trivelle. Ovvero tetto europeo, maggior ruolo del gestore unico, rigassificatore subito a Piombino».

È un fatto che la caduta del governo Draghi sia stata un regalo alla strategia di lorogamento di Putin verso l’Europa. Crede che Berlusconi e Salvini l’abbiano fatto consapevolmente?

«La caduta di Draghi è stata causata soprattutto da Conte, l’uomo che portò i soldati russi durante la pandemia sul nostro territorio, qualche sospetto viene. Ma io credo alla buona fede dei miei avversari: e sinceramente non lo giudico così raffinato da ordire un complotto internazionale. Tutti e tre, Salvini, Berlusconi e Conte avevano l’esigenza di votare presto per un loro meschino bisogno elettorale. Hanno pensato a sé e non si sono preoccupati del Paese, tutto qui. Tendo a credere sia stato un atto di irresponsabile egoismo e non un complotto internazionale. Dopo di che ho visto che Meloni finalmente propone la commissione di inchiesta sul Covid che io chiedo da due anni. Bene: andiamo a vedere quello che Conte e i suoi amici hanno combinato in quei mesi, dai russi ai ventilatori cinesi malfunzionanti garantiti da D’Alema. Ne vedremo delle belle».

Lei crede alla promessa moderata di Giorgia Meloni di essere una garanzia della continuità europea ed atlantica dell’Italia?

«Non credo alla Meloni. La ricordo difendere a Putin e attaccare il governo in una trasmissione qualche anno fa. La ricordo amica di Orban e della peggiore destra europea. La considero inadeguata e mi colpisce che nessuno dica la verità su di lei: come fai a parlare oggi di trivelle quando sei anni fa dicevi che le trivelle non servivano ed erano funzionali solo alle esigenze delle “grandi lobby di Renzi”? Detto questo ho apprezzato la posizione sulla Nato e se sarà premier non avrà i nostri voti ma avrà il nostro rispetto istituzionale. Farò di tutto per farla perdere così da avere di nuovo Draghi. Ma se vincerà saremo un’opposizione civile. Inflessibile ma civile».

Fratelli d’Italia promette di rispettare le scadenze del piano nazionale delle riforme, ma che occorrono modifiche. Paolo Gentiloni li ha avvertiti di non scherzare col fuoco, perché quelle nei prossimi mesi saranno fra le poche risorse a disposizione dell’Italia. È d’accordo?

«D’accordo con Gentiloni. Fratelli d’Italia capirà presto che i veri patrioti sono quelli che in Europa costruiscono e non distruggono. E che pensano che la globalizzazione faccia bene all’Italia: la globalizzazione, non il sovranismo».

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