L’alibi dei poteri ordinari non regge più

Carlo Lottieri

A causa degli aumenti dell’energia, siamo in una situazione sempre più drammatica e da più parti, com’è comprensibile, si chiede all’esecutivo di «fare qualcosa». Le richieste sono molto diverse e non sempre convincenti, ma tutte si pongono il problema di arginare le difficoltà che ci attendono nel prossimo autunno. Entro questo scenario vi è chi, volendo prendere le difese di Mario Draghi e dell’esecutivo in carica, condanna tali appelli non nel merito (talune proposte sono inutili o perfino dannose), ma per il semplice fatto che siano state avanzate. La tesi è che il governo attuale debba operare entro limiti definiti, legati all’ordinaria amministrazione, e che quindi ogni richiesta di intervento sarebbe fuori luogo; anche se, solo poche settimane fa, l’esecutivo Draghi ha varato un decreto legge per contrastare gli effetti dei rincari in tema di energia. Quando si vuole, allora, si può agire e infatti lo si fa.

Poiché siamo in campagna elettorale, l’obiettivo di questa polemica sono i leader del centrodestra. La tesi è che gli stessi partiti che avrebbero fatto cadere il governo adesso non avrebbero titolo a rivolgersi a Draghi affinché prenda le misure più opportune. Si tratta, però, di un argomento pretestuoso; e non soltanto perché l’esperienza del governo Draghi si è conclusa soprattutto per volontà del premier medesimo (com’è chiaro a chi ha un minimo di capacità di lettura della politica). Anche assumendo comunque che siano state «le destre» per usare il linguaggio di quelli bravi a far cadere l’ultimo governo, a chi dovrebbero rivolgersi i leader dei tre partiti quando non c’è ancora il governo nuovo e gli unici che possono agire sono i ministri in carica?

È evidente che l’attuale governo non può lanciarsi in piani quinquennali né compiere nomine strategiche. Ed è chiaro a tutti che siamo in una situazione un po’ sospesa, dato che l’esecutivo non ha più il sostegno della maggioranza parlamentare e non c’è ancora chi ne prenderà il posto. Se però la casa brucia e vi è la necessità di agire, quello dei poteri ordinari è davvero soltanto un alibi: così che si può legittimamente sospettare che ormai vi sia chi gioca a lasciare al nuovo esecutivo una situazione sempre più compromessa.

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