Ucraina Russia, news sulla guerra di oggi | Germania: «Iniziato lo stop di forniture del gas alla Ue». Il convoglio Aiea lascia Kiev per Zaporizhzhia
di Lorenzo Cremonesi e Marta Serafini
Le notizie di mercoledì 31 agosto, in diretta. Come annunciato ieri da Gazprom il blocco è iniziato dalle 5 di oggi ora italiana . Kiev, due senatori Usa a colloquio con il leader ucraino
• La guerra in Ucraina è arrivata al 189esimo giorno.
• Al via la missione Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica), i tecnici ieri sera a Kiev per ispezionare la centrale nucleare di Zaporizhzhia: la missione durerà da mercoledì a sabato.
• Zelensky ai russi: «Scappate o arrendetevi, non c’è altra scelta».
• Mosca accusa: colpito il tetto dell’impianto.
• L’8 settembre riunione dei ministri della Difesa Usa e alleati sulla guerra.
• Il ministero della Difesa russo ha rivendicato di aver respinto gli attacchi nelle regioni di Kherson e Mykolaiv e di aver inflitto «pesanti perdite» alle forze ucraine.
Ore 07:43 – Il punto sul gas
(Luca Angelini) Dopo le «aperture» in seno all’Ue a discutere di un possibile tetto al prezzo del gas
— che il governo di Mario Draghi chiede da mesi — il prezzo al Ttf
di Amsterdam ieri è sceso (del 6,8%, chiudendo a 254 dollari al
chilowattora), nonostante la concomitante chiusura — partita proprio
questa mattina — , per presunti problemi tecnici in realtà assai politici, del gasdotto Nord Stream 1 da parte della russa Gazprom.
E nonostante la comunicazione di un taglio delle forniture della
stessa Gazprom alla francese Engie per «disaccordi contrattuali».
«La proposta di un tetto al prezzo del gas sarà presentata dalla
Commissione Ue nelle prossime settimane, probabilmente dopo il consiglio
Energia straordinario del 9 settembre, convocato per dare una risposta
all’emergenza scatenata dall’impennata dei prezzi dell’elettricità. La
proposta, invece, di riforma del mercato elettrico arriverà all’inizio
del prossimo anno», scrive da Bruxelles Francesca Basso. Ma è chiaro che
famiglie e imprese italiane (e non soltanto italiane) hanno bisogno di
interventi urgenti e consistenti. E i partiti non smettono di fare
pressing su Palazzo Chigi perché tolga loro, il più possibile, le
castagne dal fuoco.
Draghi, però, non vuole sentire parlare di scostamenti di bilancio
(leggi nuovo debito) e il motivo lo spiega il vicedirettore del Corriere
Daniele Manca nel suo editoriale:
Chi gestisce il debito pubblico sa che
se si continuano a chiedere sempre più soldi in prestito, gli
investitori a loro volta chiederanno interessi più alti. Ci sono Stati
che possono permettersi di sollecitare meno il mercato. Rispetto a loro
noi avremo un costo del denaro più alto, dovremo cioè pagare più
interessi per ottenere i nostri prestiti. La differenza tra i due
livelli è lo spread. Che potrebbe allargarsi se gli investitori
intuiscono che quella è la direzione. Al di là dei costi sul bilancio
pubblico, tutto questo significa anche mettere il proprio futuro in mani
che con l’Italia hanno poco a che fare. In aree dove la speculazione,
come abbiamo visto in altri periodi, non si fa problemi ad andare contro
un Paese purché riesca a guadagnarci. Lo spread si allargherebbe e il
costo del nostro già alto debito aumenterebbe.
Ma, allora, che cosa il governo può e intende fare? Enrico Marro lo riassume così:
Il governo punta a trovare almeno una
decina di miliardi per finanziare i nuovi interventi contro il
caro-energia, che dovrebbero essere decisi la prossima settimana. Ieri
il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha incontrato a Palazzo Chigi
il ministro dell’Economia, Daniele Franco, per una ricognizione sulle
risorse che si possono rinvenire tra le entrate tributarie superiori
alle previsioni, la rimodulazione di alcune voci di spesa e il gettito
della tassa del 25% sugli extraprofitti delle società del settore
energia. Oggi scade il termine per pagare l’acconto di questa tassa:
dovrebbero entrare circa 4 miliardi (dei 10,5 miliardi previsti a
regime) e Draghi ha fatto partire ieri un pressing su tutte le aziende
che ancora non hanno pagato (molte infatti hanno fatto ricorso al Tar).
Il premier punta così ad aumentare quel miliardo di euro appena che
risultava in cassa fino a qualche settimana fa: entrate più che mai
preziose per coprire i nuovi interventi allo studio.
Quanto agli interventi concreti, «la priorità verrà data alle
imprese gasivore e in particolare alle filiere produttive che utilizzano
più di tutte il gas e rischiano di fermarsi per i costi insostenibili
della bolletta. Sono allo studio non solo crediti d’imposta ma anche
bonus ad hoc per pagare il gas, e forniture dello stesso a prezzo
calmierato».
Una mano per affrontare la crisi, però, potremmo darla tutti: «Dagli
elettrodomestici all’acqua calda, possiamo risparmiare 7 miliardi di
metri cubi di gas» spiega al Corriere Gilberto Dialuce, presidente
dell’agenzia Enea.
(Questa analisi è stata pubblicata su PrimaOra, la newsletter che il Corriere della Sera riserva ai suoi abbonati. La si trova qui. Per riceverla ogni mattina basta iscriversi a Il Punto, di cui PrimaOra è uno degli appuntamenti quotidiani: lo si può fare qui)
Ore 07:35 – Il punto sulla guerra in Ucraina
(Luca Angelini) La controffensiva dell’Ucraina per riconquistare Kherson va avanti. Una controffensiva, spiega l’inviato Lorenzo Cremonesi, attraverso la quale gli ucraini si pongono tre obiettivi:
Primo: bloccano il progetto di referendum voluto da Putin sul modello di quello che si tenne in Crimea nel 2014 per dare una patina di legittimità alla «russificazione» di territori occupati con le armi. Il referendum a Kherson era programmato per l’11 settembre, ma forse l’infuriare della battaglia imporrà un rinvio.
Secondo: cercano di accelerare i tempi del ritiro russo nella speranza di porre fine alle mire espansionistiche di Putin e soprattutto arrivare a un cessate il fuoco da posizioni di vantaggio. L’economia ucraina è in ginocchio, mancano i fondi per pagare gli stipendi pubblici e gli stessi soldati, il governo teme la crisi economica prevista per l’inverno addirittura più della carenza di armi.
Terzo: si segnala alle popolazioni ucraine nelle zone occupate, comprese quelle del Donbass, che non sono state dimenticate. Kiev farà di tutto per scacciare i russi sulle posizioni di partenza.
Ma, aggiunge Cremonesi, «gli esiti della battaglia restano molto incerti» (qui il punto militare di Andrea Marinelli e Guido Olimpio).
Marta Serafini ha invece incontrato a Kiev Giulia Schiff, l’italiana — a suo tempo espulsa dall’Aeronautica militare dopo aver denunciato un episodio di nonnismo — che combatte in Ucraina dall’inizio del conflitto, prima nella Brigata internazionale e ora nel team Masada per le operazioni speciali. «Ho rischiato di morire per la nostra libertà, ma ora qui ho trovato anche l’amore, un soldato della mia stessa formazione», dice.
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