Crisi energetica e partiti: l’illusione di ricette semplici
Rendere il Patto più flessibile è stato uno degli obiettivi di tutte le forze politiche e del governo Draghi. Ma andare a una discussione con un’Italia sempre pronta a mettere sotto tensione le regole significherebbe arrivarci in condizioni di minor forza (tecnicamente uno scostamento di bilancio significa alzare il deficit previsto e va richiesto all’Europa).
Siamo condannati a non fare mai più scostamenti di bilancio? A essere perennemente frenati dal debito elevato? No, tutt’altro. È un errore considerare il nostro debito come il principale problema. Come si è visto in questi anni, possiamo gestire l’alto indebitamento purché il nostro Paese continui a crescere.
La vera domanda a cui si deve rispondere è perché si crea debito. Alleviare le sofferenze dovute agli alti costi di energia è sicuramente un motivo più che sufficiente. Ma come si intende farlo? Con altri contributi a pioggia? Aiutando alla stessa maniera ogni cittadino e ogni impresa, sia chi soffre tanto sia chi può sopportare un periodo, si spera breve, di pressione? Ancora una politica dei bonus, che, come si è visto in questi ultimi anni, non sono nemmeno assorbiti tutti da chi si pensava potesse esserne beneficiario?
Ogni scostamento di bilancio andrebbe inserito in un quadro di finanza pubblica definita. Che significa anche indicarne le coperture. E visto che si parla di energia, anche un riequilibrio e risparmio sui consumi. Sarebbe utile, come chiedemmo già nelle scorse settimane, che le forze politiche indicassero il tipo di Legge di Bilancio per il 2023 che intendono scrivere se dovessero andare al governo piuttosto che indicare singoli provvedimenti.
Chiedere all’attuale esecutivo, come a qualsiasi altro dovesse essere in carica dopo il 25 settembre, questa o quella misura senza preoccuparsi degli altri elementi che compongono la manovra economica, non è indice di buon governo. La corsa dei prezzi dell’energia ci dice in maniera dolorosa quanto è evidente che non esistono scorciatoie per fronteggiarla. Servono misure di breve periodo tendenti a dare sollievo a cittadini e imprese e di lungo periodo come quelle strutturali da prendere in Italia e in Europa. Lungimiranza e politiche economiche adatte. Forse la merce più rara durante una campagna elettorale.
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