Sondaggi politici | FdI al 24%, Pd un punto sotto. Lega e M5S pari
Le attese
I pronostici degli italiani premiano il partito guidato da Giorgia Meloni, infatti il 39% prevede che Fratelli d’Italia vincerà le elezioni, contro il 13% che ritiene più probabile l’affermazione del Pd, il 7% che si aspetta il successo del M5S e di Forza Italia e il 5% che indica la Lega, mentre il 29% non è in grado di fare una previsione. Va sottolineato che l’ottimismo è più elevato tra gli elettori del centrodestra (59% indica la vittoria di FdI) rispetto a quelli del centrosinistra (42% pronostica la vittoria del Partito democratico contro il 34% che prevede la vittoria di Fratelli d’Italia). Si tratta di un dato che potrebbe in prospettiva avvantaggiare Giorgia Meloni, perché solitamente la maggior parte degli elettori incerti sale sul carro dei presunti vincitori.
Altre considerazioni a margine del sondaggio odierno. La campagna elettorale sta entrando nel vivo e non va sottovalutato il fatto che una parte minoritaria ma tutt’altro che trascurabile di elettori decide cosa votare nella settimana che precede il voto (nel 2018 furono il 25% degli elettori), quindi, sebbene le macrotendenze siano nette, la distanza tra i competitori potrebbe cambiare rispetto alla fotografia odierna, come pure la graduatoria dei partiti. L’astensionismo rappresenta un’incognita, anche se tutto lascia pensare ad un aumento rispetto alle precedenti elezioni politiche degli elettori che diserteranno le urne, concentrati soprattutto nei segmenti sociali più in difficoltà.
Da ultimo, si registra unanotevole contraddizione tra l’apprezzamento espresso dagli elettori nei confronti di Draghi e gli orientamenti di voto che non sembrano penalizzare più di tanto le forze politiche che hanno determinato la fine dell’esecutivo e vedono avvantaggiato il principale partito di opposizione al governo Draghi; un’opposizione corretta, non aggressiva, quella di FdI, ma pur sempre un’opposizione che denota politiche e scelte assai diverse rispetto a quelle dell’esecutivo.
A tale proposito, come ha fatto osservare Dario Di Vico su queste pagine, al Meeting di Rimini è risultata stupefacente l’acclamazione tributata sia a Draghi (il cui discorso è stato interrotto ben 32 volte dagli applausi) sia a Meloni (la leader più gradita) da una platea che da sempre rappresenta un importante sensore. Il principio di non contraddizione con tutta evidenza non viene ignorato solo dagli attori politici, ma viene poco considerato da molti elettori .
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