Luce e riscaldamento raddoppiati, l’allarme degli ospedali: “Rischiamo che si fermino le cure”

Giovanni Leoni è vicepresidente dell’Ordine dei Medici e dirigente dell’unità di colonproctologia dell’Ospedale di Venezia. «Sono raddoppiati i costi di elettricità e riscaldamento. E non possiamo fare nulla. Non siamo un ufficio o una scuola dove si può proporre di ridurre la temperatura o di non andare in classe per un giorno. Noi dobbiamo essere operativi sette giorni su sette e 24 ore su 24. Medici e infermieri non possono indossare un maglione. I pazienti non possono andare in giro con una coperta nei corridoi. E poi ci sono le macchine per le Tac, gli impianti di radiologia, quelli per le risonanze, la rianimazione. Sono costi non comprimibili. È necessario un intervento del governo anche perché sui risultati di bilancio vengono valutati i direttori generali che in questo caso non hanno alcuna responsabilità per gli sforamenti».

Anche Gianluca Capochiani, direttore amministrativo del Policlinico di Bari, stima un raddoppio dei costi dell’energia che potrebbe incidere per 5 milioni di euro. «Siamo in grande difficoltà con l’azienda che aveva vinto l’appalto – ammette – che prevedeva anche i servizi di gas e energia». Kamel Ghirbi, vicepresidente del Gruppo San Donato, il principale gruppo della sanità privata, stima un aumento rispetto al 2019 dell’890% del costo del gas e del 260% di quello dell’energia elettrica.

LA STAMPA

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