Nord Stream non riapre, ora l’Ue studia lo scudo per aiutare chi è in crisi. Zelensky: “La Russia si prepara alla guerra energetica”

FABRIZIO GORIA

DALL’INVIATO A CERNOBBIO (COMO). L’Europa pensa a uno strumento di protezione contro il caro-energia sul modello dello Sure, il meccanismo temporaneo di supporto per fronteggiare la disoccupazione. Paolo Gentiloni, commissario Ue all’Economia, ha aperto alla possibilità durante il suo intervento a porte chiuse durante il forum di Cernobbio organizzato da The European House-Ambrosetti. «Sarebbe importante, e possiamo ragionarci», ha confermato ai partecipanti. I passi avanti per mitigare gli effetti della crisi energetica, secondo Gentiloni, si possono fare. Nuovi sostegni mirati, e temporanei, potranno arrivare. A patto che si agisca con una strategia comune e non si produca nuovo debito.

Le fiammate dei prezzi dell’energia, così come il crescente rischio di una recessione, incutono timore e provocano nervosismo nel gotha di banche e finanza presente a Villa d’Este. Il gasdotto Nord Stream, intanto, non riapre. Mentre ieri il presidente ucraino Zelensky, nel discorso serale, ha lanciato l’allarme: «La Russia sta cercando di aumentare ancora di più la pressione energetica sull’Europa. Vuole distruggere la vita normale di ogni europeo». Ma una rassicurazione, ben più che parziale, è arrivata da Bruxelles. Gentiloni ha fatto il punto sugli impegni futuri di Bruxelles per dare sollievo a famiglie e imprese. «L’Ue non ha fatto abbastanza – ha detto alla platea dell’Ambrosetti -, perché si doveva andare avanti con gli acquisti comuni». E invece, «si sono avuti solo sorrisi dalle capitali europee e dalle compagnie energetiche». Ora però, con l’intensificarsi della situazione di stress, si è aperta una breccia nel muro delle divisioni fra i governi europei, anche in vista del vertice straordinario sull’energia che si terrà fra pochi giorni.

Prima la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, poi il G7 – anche sulla spinta degli Stati Uniti – hanno dato nuova linfa ad interventi ad hoc per sostenere la transizione energetica dell’Ue. A lasciarlo intendere è stato anche Didier Reynders, commissario alla Giustizia. Che ha spiegato alla platea di Cernobbio che la Commissione Ue sta lavorando su due ordini di grandezza. Da un lato a un nuovo meccanismo di funzionamento del mercato dell’energia. Dall’altro a un tetto ai prezzi di gas naturale e combustibili fossili. La discussione richiederà tempo, ha ammesso, perché limare le divergenze fra le cancellerie sarà complicato, ma Von der Leyen darà nuovo impulso alle proposte per supportare l’economia continentale già col discorso sullo stato dell’Unione del 14 settembre. Anche a partire, ha fatto notare Reynders, da strumenti come quelli utilizzati dall’Italia, come una tassazione degli extraprofitti delle compagnie energetiche in modo da favorire una redistribuzione equa e solidale verso le fasce più deboli.

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