Verso il voto. Il risiko di Meloni
Fatto il governo verrà il momento delle nomine. Il primo passo saranno i massimi dirigenti dei ministeri: entro sessanta giorni dall’insediamento la legge consente al nuovo governo di cambiare il direttore generale, il capo dipartimento del Tesoro e il Ragioniere generale dello Stato. Dei tre attualmente in carica (Alessandro Rivera, Fabrizia Lapecorella e Biagio Mazzotta) quello meno in bilico è l’ultimo. Cambieranno quasi certamente i vertici dei servizi segreti (al Dis ora c’è Elisabetta Belloni), mentre potrebbe essere confermato in un ruolo di vertice l’ex capo della Polizia e attuale sottosegretario con delega ai Servizi Franco Gabrielli. A gennaio scadono i vertici dell’Agenzia delle Entrate (Ernesto Ruffini) e quello delle Dogane (Marcello Minenna): entrambi verranno sostituiti. Poi, con la primavera, verrà il momento della grande abbuffata delle partecipate pubbliche. Anche in questo caso – nonostante manchi qualche mese – nei palazzi fioriscono le ipotesi. Quelle sulle conferme: Claudio Descalzi all’Eni (molto apprezzato al Quirinale nonostante le inchieste che lo hanno lambito), Stefano Donnarumma a Terna, Pierroberto Folgiero, l’uomo scelto da Draghi per porre fine alla monarchia pluridecennale di Giuseppe Bono a Fincantieri e Bernardo Mattarella (nipote del Presidente) a Invitalia. Matteo Del Fante potrebbe spostarsi da Poste a Enel, dove volge al termine la lunga stagione di Francesco Starace. E’ quasi certa la sostituzione dell’ex numero uno di Unicredit Alessandro Profumo alla guida di Leonardo, scelto per la prima volta dal governo Renzi. Infine c’è la potente poltrona della Cassa depositi e prestiti, la holding pubblica che possiede alcune fra le più importanti partecipazioni dello Stato (da Autostrade a Tim), e da cui passerà la decisione sulla creazione di una rete unica pubblica di telecomunicazioni. L’ex vicepresidente della Banca europea degli investimenti Dario Scannapieco – molto legato a Draghi – è disponibile alla riconferma, ma a Palazzo Chigi in pochi credono avverrà.
LA STAMPA
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