La confessione di Ratzinger sulla morte di papa Luciani

Nico Spuntoni

La confessione di Ratzinger sulla morte di papa Luciani

Albino Luciani, l’ultimo Papa italiano, viene beatificato dal suo successore venuto “dalla fine del mondo”. Non è un paradosso, però, perché nella salita al soglio pontificio di un uomo che prima di allora aveva sempre esercitato il suo magistero pastorale solo in Veneto, fu determinante proprio il Sudamerica. Nel Conclave dell’agosto 1978, il principale sostenitore di Luciani fu il cardinale brasiliano Aloisio Lorscheider che all’epoca ricopriva anche l’incarico di presidente del CELAM. Ma l’America Meridionale è stata decisiva non solo per l’elezione di Giovanni Paolo I, ma anche per la sua beatificazione attesa oggi a piazza San Pietro. Come ha ricordato pochi giorni fa il postulatore della causa, il cardinale Beniamino Stella, uno slancio determinante all’inizio del processo di beatificazione si ebbe nel 1990 quando tutta la Conferenza Episcopale del Brasile fece un appello in tal senso a Giovanni Paolo II. Inoltre, il miracolo decisivo attribuito alla sua intercessione è avvenuto in Argentina.

Questa causa di beatificazione e canonizzazionerimarrà nella storia anche perché ha visto ha visto la testimonianza di un papa, seppur emerito, su un suo predecessore. È il caso di Benedetto XVI che partecipò da cardinale al Conclave che elesse Giovanni Paolo I. Una chicca che oggi conosciamo grazie a Nicola Scopelliti, giornalista e autore di ben quattro libri dedicati al papa originario di Canale d’Agordo. Ratzinger, infatti, gli ha inviato il testo tramite il suo segretario personale monsignor Georg Gänswein ed ha acconsentito a pubblicarla nell’ultimo libro “Il Postino di Dio” (edizioni Ares), facendogli sapere anche che il papa emerito “è molto contento e si rallegra dell’imminente beatificazione di Giovanni Paolo I”.

Leggendo il libro di Scopelliti si scopre che Benedetto XVI ha risposto all’interrogatorio fattogli pervenire in data 26 giugno 2015 ed ha raccontato che conobbe Albino Luciani nell’estate del 1977 durante una vacanza a Bressanone. L’allora patriarca di Venezia, sapendo della presenza dell’allora vescovo di Monaco nel territorio del Triveneto, ci tenne a conoscerlo e a fare gli onore di casa. “Lo avvertii come un gesto di fraternità fuori dal comune – ha confidato Benedetto XVI – che fosse venuto appositamente per salutarmi e per darmi il benvenuto in Veneto nel mese di agosto era un’espressione di nobiltà d’animo che andava ben al di là del consueto”. Nell’interrogatorio inviato al Monastero Mater Ecclesiae nell’ambito della causa di beatificazione comparivano anche alcune singolari domande relative allo svolgimento del Conclave dell’agosto 1978. Domande alle quali, evidentemente in ottemperanza al giuramento fatto per mantenere il “segreto su tutto ciò che in qualsiasi modo riguarda l’elezione del Romano Pontefice”, Benedetto XVI ha fatto sapere di non poter dare alcuna risposta.

Degno di nota è il racconto che Ratzinger ha fatto del momento in cui ha appreso la notizia della morte improvvisa di Giovanni Paolo I. L’allora cardinale si trovava nell’arcivescovado di Quito, inviato proprio da Luciani al Congresso mariano nazionale in Ecuador. “In piena notte mi svegliai e sentii aprirsi la porta ed entrare qualcuno – ha raccontato il papa emeritoquando accesi la luce, vidi un monaco con un abito marrone. Sembrava un misterioso messaggero dell’aldilà, cosicché dubitai di essere realmente sveglio. Entrò e mi disse che aveva appena ricevuto la notizia che il papa era morto”. Colto di sorpresa, Ratzinger si riaddormentò e prese veramente coscienza della veridicità della notizia soltanto la mattina successiva durante la messa nella quale un concelebrante pregò per il defunto papa Giovanni Paolo I. “Alla fine, siamo rimasti davvero tutti sotto shock per quella notizia, della cui veridicità non c’era più da dubitare”, ha concluso.

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