Decreto Aiuti, Draghi accelera: bollette a rate e soldi alle imprese

ALESSANDRO BARBERA

ROMA. Raccontano a palazzo che Mario Draghi abbia parlato al ministro del Tesoro Daniele Franco con una certa durezza: «Il decreto va approvato questa settimana». Non è detto che il premier ottenga quel che ha chiesto, ma l’episodio segnala la preoccupazione: ogni giorno in più rende difficile l’approvazione del terzo pacchetto di aiuti contro il caro energia. Non c’è comizio in cui Matteo Salvini non chieda di spendere di più, non c’è comizio in cui Giorgia Meloni non sia costretta a dire che no, occorre farsi bastare i dieci, forse tredici miliardi a disposizione fra le pieghe del bilancio. Domani è il giorno in cui la realtà prenderà il sopravvento: la Banca centrale europea approverà un pesantissimo aumento dei tassi di interesse (si dice tre quarti di punto percentuale) e da quel momento chiunque governerà dovrà evitare di far salire ulteriormente il costo del debito italiano.

Una bozza del decreto c’è già, anche perché in gran parte ricalca i due precedenti: ci sarà la proroga dei crediti d’imposta per l’ultimo trimestre dell’anno, che si stima costerà il doppio del precedente. Ci saranno sussidi per le piccole e medie imprese in crisi di liquidità, il Gestore unico venderà a prezzi ribassati l’energia prodotta da rinnovabili. Ci saranno nuove rateizzazioni delle bollette e il rafforzamento del bonus sociale per le famiglie a basso reddito. Se i soldi basteranno, ci potrebbero essere anche due mesi di cassa integrazione scontata.

L’estensione del decreto dipenderà molto dalla riformulazione della norma sugli extraprofitti delle aziende energetiche. Due ancora le ipotesi sul tavolo: la riscrittura della tassa per come è stata finora concepita, per renderla inattaccabile sul piano giuridico o la sua trasformazione in un’addizionale all’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive. Per inciso: una tassa molto criticata, eppure una delle più difficile da evadere per le imprese. In ogni caso – questa la richiesta tassativa del premier – la nuova tassa dovrà essere immune da accuse di incostituzionalità. Tutte le imprese che hanno fatto ricorso si sono attaccate al disastroso precedente della Robin Tax varata dal governo Berlusconi e poi bocciata dalla Corte costituzionale. Allora le imprese che avevano pagato il dovuto ottennero pieno rimborso dall’Erario.

Per evitare il peggio all’economia, il piano di risparmi scritto dal ministro dell’Ambiente Roberto Cingolani non impone (per ora) razionamenti. «Non dobbiamo fare tagli draconiani», ha detto ieri a «Il Cavallo e la Torre» di Marco Damilano. Ma a precisa domanda il fisico pugliese ha lasciato intendere che se Mosca taglierà del tutto i flussi verso il gasdotto Nord Stream Uno i piani dovranno essere rivisti. In ogni caso esclude che sia ancora lui a occuparsene dopo il passaggio di consegne di Draghi, chiudendo all’ipotesi di riconferma: «La politica deve riprendere il suo primato. Io torno a fare il mio lavoro di ricercatore e scienziato». E poi alle accuse di Mosca secondo cui il piano sarebbe stato imposto da Ue e Usa risponde: «L’Italia non prende ordini da nessuno, quella russa è una logica da Stato totalitario».

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.