La morte di Elisabetta | Oggi il discorso di Carlo, i funerali tra 10 giorni. Le notizie in diretta
La notizia che la fine era vicina, così, ha colto tutti di sorpresa, lo choc chiaramente disegnato sul volto della premier Truss, che ha ricevuto nel bel mezzo di un intervento in parlamento sulla crisi energica la comunicazione da un suo aiutante, così come sul viso del leader dei laburisti Sir Keir Starmer, cui è stato passato un bigliettino e che, come Truss, ha subito lasciato l’aula.
Alle 12.32 ( le 13. 32 in Italia) lo speaker dei Comuni Sir Lindsay Hoyle ha interrotto il dibattito, sottolineando di parlare a nome di tutti i deputati nel porgere alla regina «i nostri migliori auguri» e trasmettere alla famiglia reale «i pensieri e le preghiere di tutti».
È raro che da palazzo arrivi una comunicazione sulla salute di un membro della famiglia reale senza ragione: la formula adottata per il comunicato, pur dando uno spiraglio di speranza, aveva fatto comprendere la gravità della situazione.
I figli di Elisabetta, Carlo, Anna, Andrea e Edoardo, erano già partiti per raggiungere la madre a Balmoral, in Scozia, la reggia dove per tradizione la sovrana trascorreva l’estate.
Carlo, oggi re Carlo III, è stato il primo a raggiungerla assieme a Camilla. Subito dopo è arrivata Anna, la sorella di Carlo.
Da Windsor, William si è imbarcato in aereo assieme agli zii Edward e Andrea, lasciando la moglie Kate a casa con i tre bambini, George, Charlotte e Louis. Separatamente anche Harry, nel Regno Unito per vari impegni, ha cominciato il lungo viaggio verso le Highlands scozzesi, senza moglie, come il fratello.
La Bbc ha interrotto i programmi: in studio è arrivato il presentatore delle grandi occasioni, Huw Edwards,già con abito e cravatta scuri e l’espressione provata, e così è cominciata l’attesa. Tra ospiti, immagini e musica solenne è passato un pomeriggio in cui tutti temevano, immaginavano, sapevano ma nessuno osava dire, in tv o in privato, quasi per scaramanzia.
Alle 18.30, con la famiglia riunita a Balmoral e solo Harry ancora per strada, la conferma, affidata ai social: «La regina si è spenta pacificamente nel pomeriggio a Balmoral» e un riferimento al nuovo re e la sua regina, che oggi torneranno a Londra.
Poco dopo, una nota dell’ufficio della premier spiega che la notizia del decesso era stata ufficializzata a Truss ore prima, alle 16.30 locali: prima ancora che Andrea, Edoardo e William arrivassero a Balmoral.
Davanti a Buckingham, la folla muta, attonita, commossa, continua a crescere, nonostante la pioggia e il buio, che sembra ancora più scuro.
(L’articolo integrale qui)
Ore 07:57 – Camilla, da «rottweiler» a nuova Regina (consorte)
(Paola De Carolis)
Se Camilla potrà prendere posto accanto a Sua Maestà Carlo III nella
certezza che sarà accettata dal Paese, il merito è di Elisabetta. Che,
con l’accortezza e la perspicacia cui nel suo lungo regno ci ha
abituati, aveva rivolto un appello ai sudditi in occasione dei suoi 70
anni sul trono. Era suo «sincero desiderio», disse, che alla moglie del
figlio primogenito fosse accordato il titolo di regina consorte, Queen
Consort, come la regina madre e come un giorno probabilmente Kate.
La trasformazione dell’ex signora Parker Bowles è tra i capitoli
più chiacchierati della storia dei Windsor, ma lontano dal gossip e
dalle maldicenze è anche la dimostrazione della profondità, della forza e
della durabilità di un legame al quale Carlo, oggi re, non ha mai
voluto rinunciare. Per Diana, era stata la causa di infinita infelicità:
prima ancora del matrimonio la principessa si era accorta che la
relazione tra Carlo e la sua amata non si era conclusa, nonostante il
matrimonio di lei e l’opposizione della famiglia di lui («quella donna
orribile», diceva di Camilla la regina madre).
Diana aveva trovato i regali che i due si erano scambiati, li aveva
sentiti sussurrare al telefono. Aveva meditato di cancellare le nozze
(la sorella, è noto, le disse che non sarebbe stato possibile: «il tuo
viso è già sugli strofinacci per la cucina») e, dopo il matrimonio,
aveva sopportato la complicità con la quale Carlo e Camilla, la
«rottweiler», si scambiavano impressioni su situazioni, eventi e letture
nonché i loro tête-à-tête, lei che con Carlo aveva poco in comune.
Quando Diana aveva chiesto l’intervento della regina e del principe
Filippo, Carlo aveva risposto con una frase poi ripetuta varie volte
negli anni: Camilla era parte «non negoziabile» della sua vita. Che sia
oggi al suo fianco è una vittoria che in passato era sembrata
impossibile.
Con un lavoro certosino, diretto inizialmente da Mark Bolland, ex
direttore dell’ente di autoregolamentazione della stampa, Carlo aveva
gestito la riabilitazione della sua amata. Assieme a vari esperti di
comunicazione, aveva studiato una campagna precisa e ben articolata.
La morte di Diana, nel 1997, e la ritrovata devozione del paese per
la principessa dei cuori, ne aveva ritardato alcune tappe, ma solo
temporaneamente, così che dalle prime foto dei due insieme a Highgrove
si era arrivati alla prima comparsa pubblica al Ritz, nel 1999, agli
incontri con William e Harry, figli di Carlo, alle vacanze insieme,
infine al matrimonio e all’accettazione da parte di Filippo ed
Elisabetta. Piccoli passi senza mai perdere di vista il traguardo.
La donna che, con un divorzio alle spalle, era un tempo sembrata
l’erede di Wallis Simpson, destinata forse addirittura a far perdere a
Carlo il ruolo per il quale si prepara da una vita, oggi è al centro dei
Windsor, braccio destro, sostegno e roccia del re.
(L’articolo integrale è qui)
Ore 07:52 – Che Re sarà, Carlo III?
(Luigi Ippolito)
L’attesa di una vita è terminata. Carlo diventa il re più anziano a
salire al trono britannico, a 73 anni, dopo un’esistenza trascorsa
all’ombra di una madre gigantesca nella sua portata. Una corona che è un
peso e un’eredità enorme da gestire: e non sono pochi quelli che hanno
sollevato perplessità sulla capacità di Carlo di garantire il futuro e
la stabilità della monarchia. Non è un caso che i sudditi abbiamo a più
riprese indicato di preferire William sul trono, saltando una
generazione: ma il principio dinastico non si tocca, ne va del senso
stesso dell’istituzione monarchica, che non è un concorso di popolarità.
Che re sarà Carlo, allora?
Elisabetta ha fatto del silenzio la sua cifra, sempre al di sopra
delle parti, senza mai esprimere un’opinione o una preferenza; Carlo
invece di opinioni ne ha fin troppe e non ha esitato a esternarle.
C’è da dire, a sua difesa, che Carlo è stato un precursore su molti
argomenti, a partire dalla difesa dell’ambiente, la sua vera passione.
Si teme che molti dei Paesi che hanno avuto finora la regina come
capo di Stato decideranno di staccarsi dalla Corona. Lo ha già fatto
Barbados, la Giamaica forse è la prossima: perché un conto è avere il
volto sereno di Elisabetta nei ritratti in cornice, un altro la faccia
di Carlo con tutto quello che si porta dietro. E dunque il destino
stesso del Commonwealth, tanto caro alla regina, potrebbe tornare in
questione.
Certo, Carlo ce la metterà tutta per smentire i preconcetti che gli
si sono appiccicati addosso. Ma diversi commentatori hanno osservato che
il suo sarà per necessità di natura un regno breve, di transizione: «un
sorbetto fra due portate principali, giusto per pulirsi il palato», è
stato detto. E dunque garantire il futuro della monarchia spetterà a
William e Kate e alla loro bellissima famiglia: sperando che nel
frattempo re Carlo non faccia troppi danni.
(Qui l’articolo integrale, del corrispondente da Londra)
Ore 07:43 – Che cosa succederà, nei prossimi 10 giorni
La Gran Bretagna e il
mondo intero si preparano a dare l’ultimo saluto a Sua Maestà la Regina
Elisabetta con un cerimoniale che inizierà già oggi — e durerà 10
giorni, fino alle esequie solenni nell’abbazia di Westminster e la
sepoltura nella cappella reale di St George’s Chapel, nel Castello di
Windsor.
Ecco, secondo quanto riporta il Guardian,
alcuni dei passaggi chiave del cerimoniale scattato nella giornata di
ieri, il giorno del decesso della sovrana e indicato come D-Day, con le
bandiere delle residenze reali, quelle di Whitehall e di altri edifici
governativi abbassate a mezz’asta, i siti del governo listati a lutto,
le campane che hanno risuonato tra il minuto di silenzio e i colpi a
salve a Tower Hill e Hyde Park.
* D-Day+1 (oggi, 9 settembre) – Nel pomeriggio il nuovo Re, Carlo
III, vedrà la premier e il governo, il leader dell’opposizione,
l’arcivescovo di Canterbury e il decano di Westminster.
* D-Day+2 (10 settembre) – Proclamazione ufficiale del nuovo re. La
bara della regina partirà da Balmoral verso il Palazzo di Holyroodhouse
di Edimburgo, dove sarà esposta. Cerimonia anche a Cardiff e Belfast
alle 12.
* D-Day+3 (11 settembre) – Processione da Holyrood lungo il Royal
Mile fino alla Cattedrale di St Giles per una funzione cui parteciperà
la famiglia reale. Dopo, la cattedrale aprirà al pubblico per 24 ore.
Secondo i piani del «London Bridge», Carlo dovrebbe recarsi al Palazzo
di Westminster per ricevere il cordoglio prima di volare in Scozia. Si
recherà quindi al Palazzo di Holyroodhouse per la cerimonia delle chiavi
prima della funzione a St Giles e avrà la sua prima udienza con il
premier e il parlamento scozzesi. *
D-Day+4 (12 settembre) – In tarda serata la bara dovrebbe essere
portata alla stazione Waverley di Edimburgo. Il treno reale la
trasferirà, nella notte, alla stazione di St Pancras a Londra. Carlo
volerà in Irlanda del Nord, dove riceverà un messaggio di cordoglio al
castello di Hillsborough e andrà alla cattedrale di Belfast per una
preghiera e un ricordo sulla vita della regina.
* D-Day+5 (13 settembre) – La salma arriverà a Buckingham Palace
dove resterà qualche ora per poi essere portata in processione, nel
primo grande evento cerimoniale che precede il funerale, a Westminster
Hall, dove resterà 5 giorni. La bara dovrebbe essere trasportata su un
carro armato e all’arrivo è prevista una breve funzione. Sarà posta su
un catafalco nel mezzo della Westminster Hall che sarà aperta al
pubblico per 23 ore al giorno.
* D-Day+7 (14 settembre) – Carlo si recherà in Galles per assistere a
una funzione nella cattedrale di Llandaff a Cardiff, quindi visiterà il
Welsh Senedd prima di un’udienza con il premier gallese. Inizierà
l’arrivo dei rappresentanti del Commonwealth a Londra.
* D-Day+8 (15 settembre) – Re Carlo dovrebbe ricevere i governatori
generali e i primi ministri dei Paesi in cui Sua Maestà era sovrana.
* D-Day+9 (16 settembre) – Alla vigilia del funerale, Carlo accoglierà le famiglie reali straniere.
* D-Day+10 (17 settembre) – Funerali solenni all’Abbazia di
Westminster, dove il feretro arriverà in processione. Ci saranno due
minuti di silenzio in tutto il Regno. Dopo la funzione di un’ora, un
corteo accompagnerà la bara ad Hyde Park per un ultimo commiato nella St
George’s Chapel, nel Castello di Windsor, prima di calare la bara della
regina nella cripta reale.
Ore 07:36 – Il discorso del Re, oggi, e la proclamazione di domani
Carlo III sarà formalmente proclamato re del Regno Unito domani, secondo quanto riportato oggi dal Times di Londra. Indicazioni precedenti prevedevano che la proclamazione avvenisse oggi.
Al suo ritorno dal castello di Balmoral, dove ieri è riuscito a dare
l’ultimo saluto alla madre, la Regina Elisabetta II, Carlo III dovrebbe
incontrare oggi la premier britannica Liz Truss.
Intorno alle 18, ora locale, la televisione britannica trasmetterà il discorso preregistrato del re.
Ore 07:30 – La morte della Regina, ieri
(Luca Angelini) La morte della Regina Elisabetta — avvenuta nel pomeriggio di ieri a Balmoral, in Scozia, dopo che le sue condizioni sono peggiorate improvvisamente — «priva la Gran Bretagna di un filo che teneva intrecciata la nazione e la legava al suo passato», ha scritto l’Economist.
È forse impossibile riuscire a raccontare il peso avuto dalla donna più famosa al mondo, la «sovrana che ha regnato su due secoli», morta ieri sera, a 96 anni — oltre 70 dei quali da monarca — nell’amato castello scozzese di Balmoral.
Come scrive Luigi Ippolito, corrispondente da Londra:
Ha regnato su due secoli: e ha impresso il suo sigillo su entrambi. Ascesa al trono di un impero declinante, lo ha accompagnato lungo il suo tramonto: e il suo arco da sovrana si è chiuso con gli echi della Brexit, che sembrano prefigurare la dissoluzione dello stesso Regno Unito, e i bagliori della guerra in Europa. Sopravvivrà la monarchia, e con essa la Gran Bretagna, a Elisabetta? È la domanda che tutti, in queste ore e giorni, finiranno per porsi.
E Beppe Severgnini:
Elisabetta II è sempre rimasta fedele a se stessa, al punto da sembrare, talvolta, anacronistica. Ma l’affetto che si percepisce in queste ore dimostra che non è necessario essere sempre di moda per guadagnarsi stima e simpatia. Governanti e politici — non solo in Gran Bretagna — dovrebbero tenerlo bene a mente.
E ancora, Aldo Cazzullo:
Ha incarnato al meglio vizi e virtù del popolo britannico: una certa distanza al limite del rigore, ma anche compassione, eleganza, senso del dovere e del lavoro ben fatto. Ha vissuto al tempo della fine dell’Impero e del declino della potenza inglese; ma oggi Londra è la città più cosmopolita e meno razzista del mondo.
E Tony Blair:
Elisabetta II non era semplicemente rispettata, bensì profondamente amata. Rispettata per le sue virtù, dignità, senso del dovere, integrità e fedeltà, di cui era l’incarnazione. E amata per l’amore e l’affetto che dimostrava a noi tutti. E ben oltre le nostre sponde, per tanti popoli in tante terre in ogni continente, in metropoli, città e persino nei villaggi più remoti, la regina Elisabetta era conosciuta e circondata dalla massima considerazione. Quando ci si riferiva alla regina, questo bastava, non serviva aggiungere il nome Elisabetta. Non era necessario.
Ora, dopo dieci giorni di lutto nazionale in attesa dei funerali, toccherà a re Carlo III, il sovrano inglese più anziano di sempre al momento della salita al trono (73 anni). Luigi Ippolito, provando a decifrare che tipo di monarca potrà essere, ricorda che «diversi commentatori hanno osservato che il suo sarà per necessità di natura un regno breve, di transizione: “un sorbetto fra due portate principali, giusto per pulirsi il palato”, è stato detto. E dunque garantire il futuro della monarchia spetterà a William e Kate e alla loro bellissima famiglia: sperando che nel frattempo re Carlo non faccia troppi danni».
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