Prime risorse per il decreto Aiuti: dall’Iva 6,2 miliardi di gettito extra

Luca Monticelli

Per effetto dell’inflazione le maggiori entrate dell’Iva di luglio e agosto ammontano a 6,2 miliardi di euro. Questa, scrive il governo nella relazione approvata dal Consiglio dei ministri, sarà «la componente principale del nuovo decreto aiuti» che verrà approvato la prossima settimana per contrastare il caro energia e dare sollievo a famiglie e imprese. L’obiettivo di Mario Draghi, spiegano fonti dell’esecutivo, è portare la dote per le coperture del terzo provvedimento contro i rincari a 12-13 miliardi. Il Tesoro continua la caccia alle risorse nelle pieghe del bilancio, puntando anche su un miliardo in arrivo dalla tassa sugli extraprofitti energetici, e sui fondi non spesi previsti dalle leggi dei mesi scorsi. Si ragiona pure su un taglio delle spese dei ministeri.

Di sicuro non ci sarà alcun incremento del deficit, nonostante Lega e Movimento 5 stelle ne ripetano ogni giorno l’esigenza. Argomento che ieri non è stato toccato, visto che la riunione a Palazzo Chigi è durata solo una quarantina minuti senza registrare obiezioni.

Prima che il Consiglio dei ministri torni a riunirsi per il via libera al decreto, la relazione che aggiorna gli obiettivi programmatici di finanza pubblica dovrà essere approvata dal Parlamento. E sulle tempistiche di Camera e Senato scoppia la polemica. Le ministre del Terzo polo Elena Bonetti, Mara Carfagna e Mariastella Gelmini criticano la scelta di Palazzo Madama e di Montecitorio di calendarizzare il voto rispettivamente il 13 e il 15 settembre, decisione che costringerebbe l’esecutivo ad aspettare un’altra settimana prima di varare il decreto. «Si tratta di un ritardo inaccettabile – dicono le tre ministre – del quale riteniamo debbano assumersi piena responsabilità le forze politiche che continuano a ostacolare in Parlamento l’azione del governo a favore dei cittadini». Da Palazzo Chigi allargano le braccia: «Facciamo il possibile per accelerare l’iter, ora è tutto nelle mani del Parlamento», sostiene una fonte.

Tra le misure in cantiere, la proroga fino al 31 dicembre del credito d’imposta per le aziende (lo sgravio potrebbe salire dal 25 al 40%) e le forniture a prezzi calmierati per le imprese energivore che acquistano il gas dal Gestore unico. Allo studio anche la rateizzazione delle bollette per le imprese e il rafforzamento del bonus sociale per le famiglie a basso reddito. In bilico, invece, il progetto di introdurre due mesi di cassa integrazione per le fabbriche ad alto consumo di energia costrette a fermare la produzione.

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