Covid, come si può prenotare per i vaccini bivalenti e a chi sono consigliati

di Margherita De Bac

Lunedì via agli appuntamenti ai vaccini che contengono due ceppi del virus sars CoV-2. In arrivo 18,9 milioni di dosi

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Cosa sono i nuovi vaccini?
Si chiamano bivalenti (adeguati o aggiornati) perché contengono due ceppi del virus Sars CoV-2, quello originale isolato all’inizio del 2020, e Omicron BA.1, comparso come variante a novembre del 2021 e diventato prevalente con le sottovarianti BA.4 e 5, molto simili per caratteristiche, che oggi sono responsabili del 90% delle infezioni. Ambedue i vaccini sono sviluppati con la tecnologia dell’Rna messaggero, prodotti dalle aziende Moderna e Pfizer/Biontech. Approvati il primo settembre dall’agenzia europea del farmaco Ema e ratificati lunedì 5 settembre dalla nostra Aifa.

Quando saranno disponibili in Italia?
Da lunedì 12 settembre le Regioni apriranno le prenotazioni. Basterà fissare l’ appuntamento attraverso i siti regionali scegliendo tra centri vaccinali e farmacia. Entro questo mese arriveranno 18,9 milioni di dosi, cui seguiranno altre consegne. Le Regioni hanno già ricevuto le prime scorte.

Chi può vaccinarsi?
I nuovi vaccini sono offerti gratuitamente a tutti i soggetti oltre i 12 anni, senza preclusioni. In teoria dunque tutti potrebbero richiederli per fare i richiami, ma su questo punto il ministero darà indicazioni più dettagliate.

A chi sono raccomandati?
Il ministero della Salute raccomanda la vaccinazione in via prioritaria alle persone a rischio di sviluppare la malattia grave da Covid e potenzialmente fatale: fragili (con patologie croniche) over 60, ospiti e operatori delle residenze sanitarie per anziani, oltre a loro personale sanitario e donne incinte, come indicato anche da Ema e dall’agenzia europea per il controllo delle malattie infettive. Ulteriori indicazioni strategiche nell’ambito della campagna vaccinale potrebbero essere decise nelle prossime settimane sulla base dell’andamento dell’epidemia.

Quando fare il richiamo con i nuovi vaccini?
Bisogna aspettare almeno quattro mesi dall’ultima dose ricevuta, anche se il ciclo primario è stato completato utilizzando composti di altre aziende, quindi AstraZeneca e Janssen.

E se ho avuto l’infezione naturale?
Aspettare almeno 4 mesi prima del richiamo. L’ulteriore dose serve a rafforzare la protezione contro le forme gravi di malattia.

Cosa devo fare se ho già ricevuto la quarta dose utilizzando i vaccini tradizionali oppure se ho fatto tre dosi e ho avuto successivamente l’infezione?
Su questo il ministero deve ancora esprimersi.

I vaccini tradizionali, monovalenti, contenenti il ceppo di virus originale, continueranno ad essere somministrati?
Si, ma limitatamente a prima e seconda dose. Restano sempre efficaci nel proteggere da sintomi gravi. Le scorte rimanenti, circa due milioni in Italia, potrebbero essere donate ai governi africani. Il quantitativo destinato all’Italia è stato stabilito dall’Ue.

I nuovi vaccini prevengono il contagio?
No, proprio come quelli tradizionali non evitano il contagio. Si può contrarre il virus e trasmetterlo ad altri contatti. Ecco perché il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza parla di cambio di paradigma. Si pensava di poter bloccare la circolazione del virus immunizzando larga parte della popolazione. Invece il Sars-CoV-2 ha acquisito nel tempo la capacità di aggirare le difese del sistema immunitario. Quindi ora l’obiettivo è la difesa dalle forme gravi attraverso il rilancio della campagna vaccinale. È imminente l’arrivo di vaccini contenenti la sottovariante di Omicron, la BA.1.

CORRIERE.IT

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