Letta spinge sul lavoro dei giovani: “Basta con gli stage finti e gratuiti”
FRANCESCO MOSCATELLI
MILANO. Grandi nomi, ma anche Pmi che rappresentano la colonna vertebrale del sistema produttivo italiano. Ieri, ad ascoltare il segretario del Pd Enrico Letta nella sede di Assolombarda, c’erano oltre 300 imprenditori. «La competitività del nostro sistema è fortemente penalizzata dal costo dell’energia. Ci sono aziende che rischiano la chiusura» mette subito in chiaro il presidente degli industriali milanesi Alessandro Spada, che nelle prossime settimane dovrebbe ospitare anche gli altri leader.
Letta va dritto al punto, sfruttando l’occasione per rilanciare le ricette economiche del Pd. «Chiediamo al governo di essere molto forte nella trattativa europea sull’energia – dice Letta –. In ogni caso se le risposte europee tardano bisogna che quelle nazionali siano più forti». Poi il segretario dem parla di giovani e lavoro: «Per noi è molto importante che si introduca un contratto di primo impiego senza cominciare con quella insopportabile teoria degli stage finti e gratuiti che sono l’anticamera della fuga verso fuori». Quindi torna sul taglio del cuneo fiscale: «La nostra proposta di riduzione fiscale è una sola: dare più soldi in busta paga al lavoratore. Proporre tante riduzioni come fa il centrodestra vuol dire non proporne nessuna perché saranno irrealizzabili». Apre invece a Matteo Salvini sull’idea di un ministero a Milano. «Nel 2000 ero ministro dell’Industria, aprii un ufficio del ministero a Milano e ci passai tutti i lunedì – ricorda Letta –. Non mi scandalizzo assolutamente se c’è un decentramento di parti dei ministeri. Il tema di fondo è farne qualcosa di funzionale, non propaganda».
«Un’ora di vero confronto, non accade spesso» il commento degli imprenditori all’uscita. «Rinunciare a Draghi è stato un peccato. Ora dobbiamo andare avanti con la sua agenda – la riflessione di Gianfelice Rocca, presidente di Techint –. Letta? A lui va anche un riconoscimento umano per aver appoggiato Draghi con molto coraggio». Chiede «continuità» anche Regina De Albertis, presidente di Assimpredil Ance. Benito Benedini, già presidente di Assolombarda, non rinuncia invece a una punzecchiatura: «Non c’è stato tempo altrimenti gli avrei chiesto se il centrosinistra governerebbe con i 5S. Ecco, questo a noi non piacerebbe per niente».
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