Il caro-energia spinge il nucleare
Luca Monticelli
ROMA. L’Italia ha sempre più sete di energia. Con il costo del gas alle stelle, lo spettro del razionamento alle porte e il piano sulle rinnovabili che non decolla, il dibattito politico elettorale rilancia un tema che da 35 anni viene sottoposto ciclicamente agli italiani: il nucleare. Dopo i referendum del 1987 e del 2011, con cui i cittadini abrogarono le norme in favore dell’energia prodotta attraverso la fissione dell’atomo, i partiti ci riprovano. In prima fila a spingere su una nuova stagione del nucleare «di ultima generazione» c’è tutto il centrodestra, anche se con sfumature diverse, e il Terzo polo di Carlo Calenda. Sulle barricate i 5 Stelle, che avendo fatto cadere il governo Draghi per il termovalorizzatore di Roma, non vogliono certo sentir parlare di reattori nelle città, così come Verdi e Sinistra italiana alleati del Partito democratico.
Il programma del Pd non prevede centrali nucleari e preferisce puntare sull’energia pulita, più compatibile con una riduzione delle emissioni entro il 2030. Ieri, Enrico Letta, da Genova, ha stoppato così l’idea di riattivare le centrali: «Il nucleare fa parte dei sogni di Salvini, io credo che sia importante concentrarsi sulle cose fondamentali che si devono e si possono fare contro i rincari energetici. Non bisogna fare dei ragionamenti astratti, ma cose concrete», sottolinea il segretario dem.
Matteo Salvini, che è il più convinto sostenitore del nucleare nel campo del centrodestra, qualche giorno fa aveva addirittura evocato la possibilità di realizzare una centrale a Baggio, nella periferia milanese. Un’idea bollata così da Giuseppe Conte: «Allora vediamo se c’è spazio vicino alla casa di Salvini. La verità è che il nucleare senza scorie non esiste. Per quello di quarta generazione servono 15 o 20 anni». Chi promette il nucleare, sostiene Alessandra Todde, vice presidente del Movimento 5 stelle, «dovrebbe spiegare con quali soldi vorrebbe fare gli impianti, dove, e in quali luoghi stoccare le scorie radioattive».
Nel centrodestra, sebbene a favore, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi sembrano comunque più cauti perché lo reputano un tema delicato per quelle che sono le sensibilità degli italiani. «Bisogna ragionare su un mix energetico, partendo da quello che si ha», è il ragionamento della leader di Fratelli d’Italia in uno degli ultimi comizi. Berlusconi, invece, parla genericamente di «ricerca sul nucleare pulito che ci viene consigliata dall’Europa». Tira dritto invece Salvini che ieri ha annunciato «piani per riaggiornare il nucleare già al primo Consiglio dei ministri del governo di centrodestra».
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