La riconquista si allarga, i soldati ucraini arrivano al confine russo

La guerra all’energia

Nella notte i russi hanno colpito la seconda centrale termica più grande del Paese, a Kremenchuk, lasciando al buio Kharkiv, Poltava, parte di Odessa e la stessa Kremenchuk. Una «vendetta» contro le infrastrutture in risposta alla controffensiva, secondo il presidente Zelensky, che ha assicurato che «il freddo la fame, il buio e la sete» non fermeranno gli ucraini. «Credete ancora che siamo un solo popolo? — ha detto rivolto alla Russia —. Pensate ancora di poterci spaventare, spezzare, costringere a fare concessioni? Leggetemi le labbra: senza gas o senza di voi? Senza di voi. Senza luce o senza di voi? Senza di voi». AllaCnn il leader ucraino ha detto di non essere «al momento» pronto a negoziare con Mosca: «Non vedo alcun desiderio da parte loro».

Le autorità di Kiev hanno annunciato ieri alle 3:41 del mattino lo spegnimento del reattore numero 6 di Zaporizhzhia (l’ultimo rimasto in funzione); alcune ore più tardi è stata ripristinata una linea di trasmissione elettrica di riserva alla centrale nucleare. Lo spegnimento «era assolutamente l’ultima opzione» aveva detto sabato in un’intervista al Corriere il capo dell’spettorato nucleare di Kiev Oleh Korikov. In assenza di elettricità esterna, il raffreddamento del reattore sarebbe dipeso da generatori diesel. «Consumeremo il carburante diesel, di cui abbiamo riserve per circa dieci giorni». Poi ieri il reattore è stato riconnesso alla rete, ma il livello di rischio resta alto. «Su una scala di pericolosità da 1 a 10, siamo a 7», dice Korikov. «La centrale è in una zona di guerra, è occupata dai russi, ci sono personale non autorizzato, esplosivi… Potrebbe essere come Chernobyl o Fukushima. La sola soluzione è la de-militarizzazione».

CORRIERE.IT

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