“La Lega al Viminale? Le cose che funzionano vanno confermate. Sosteniamo le sanzioni ma l’Europa adesso aiuti famiglie e imprese”

Augusto Minzolini

Matteo Salvini sfoggia l’espressione annoiata di chi ha di fronte interlocutori che non vogliono o fanno finta di non capire. Mentre le sorti della guerra in Ucraina mutano e l’esercito di Kiev avanza, il segretario della Lega ripete che, nei fatti, ha sempre sostenuto le sanzioni alla Russia e le sosterrà anche in futuro. Poi ci sono le parole e il dubbio che facciano più male a noi che non a Mosca. Ma, appunto, sono parole. Invece, in cambio dei «fatti», cioè del sostegno alle sanzioni, Salvini pretende altri «fatti», e cioè che l’Europa dimostri solidarietà anche verso di noi, aiutando le aziende e le famiglie italiane alle prese con la crisi energetica come ha fatto con il Covid. Che Bruxelles non faccia le smorfie di fronte ad uno scostamento di bilancio di 30 miliardi per aiutare gli italiani a pagare le bollette, necessari oggi e non domani. E, in proposito, afferma: «Non capisco perché Giorgia tentenni». Stesso discorso sugli aiuti militari: la Lega non farà mai mancare il suo appoggio, ma, come ci dice, la strada maestra per arrivare alla pace resta la diplomazia. E sul nome per il ministero dell’Interno nel prossimo governo qualora vincesse il centrodestra, c’è la candidatura della Lega: le cose che hanno funzionato vanno confermate.

Segretario, le sorti della guerra stanno cambiando in favore dell’Ucraina. So che lei ha una posizione diversa, ma forse le sanzioni e l’invio di armi sono servite in questo senso, o no?

«La Lega ha sempre votato sia le sanzioni che gli aiuti all’Ucraina, anche militari. Quindi non ho mai espresso una posizione diversa. Ho sempre e solo detto, e lo ribadisco, che la guerra terminerà grazie alla diplomazia. A proposito delle sanzioni economiche, la questione è un’altra: la denuncia lanciata da Fondo monetario, Economist ed altre autorevoli istituzioni dimostra che la Russia si è arricchita avendone enorme surplus commerciale, i Paesi europei ne sono stati molto danneggiati. Non vorrei che i sanzionatori soffrissero più dei sanzionati. Si vogliono continuare? Bene. Ma allora l’Europa offra sostegno alle famiglie e alle imprese italiane come successo per la crisi Covid. Per questo vanno prorogati fino al 31 dicembre 2023 gli aiuti di Stato».

Detto questo, il dramma delle bollette prevede un intervento immediato in favore di imprese e cittadini. Lei continua a credere che la strada migliore sia quella di trovare i soldi, magari con uno scostamento di bilancio? Sia Berlusconi, sia la Meloni preferirebbero altri modi

«Importante è trovare una soluzione. Sono convinto che sia necessario mettere sul tavolo 30 miliardi oggi, per evitare di spenderne tre volte tanto domani per fronteggiare cassa integrazione, disoccupazione e drammatico impoverimento del Paese. Non lo dico solo io, lo ha affermato per esempio anche il presidente di Nomisma energia, senza dimenticare la Cgia di Mestre. Lo stanno facendo tutti i principali Paesi europei. Il Regno Unito ha stanziato 150 miliardi di sterline».

Gli italiani già hanno paura per il futuro, non crede che sarebbe necessario un intervento energico, di buonsenso ed equo per evitare che con le cartelle esattoriali siano terrorizzati anche dal passato? Dopo due anni di pandemia e una guerra forse sarebbe il caso dare un segnale di tranquillità…

«Sfonda una porta aperta: abbiamo calcolato che nei prossimi tre mesi saranno inviate quasi 7 milioni di cartelle esattoriali. Una follia, soprattutto se accompagnata dal drammatico aumento delle bollette e dall’inasprimento delle multe come avete raccontato voi de il Giornale. La pace fiscale non è un premio per i furbi, ma un supporto concreto per chi, a causa della crisi Covid – e ora del caro energia -, non riesce a pagare. Si tratta di somme che lo Stato non incasserebbe mai, con la pace fiscale sosteniamo le imprese e garantiamo gettito allo Stato. Gli evasori vanno sempre puniti, le imprese oneste vanno sempre aiutate. È buonsenso».

I sondaggi descrivono una Lega lontana dall’onda lunga del 34,3% del 2019. Che cosa è successo in questi tre anni per giustificare una tale erosione di consensi?

«Mi lasci dire che i sondaggi che mi interessano di più sono quelli che faccio ogni giorno in mezzo alla gente, e le risposte sono molto positive. Anche nel 2019 alcuni sondaggi ci davano sotto il 30%: sono certo ci saranno delle sorprese. Detto questo, sapevo che raccogliendo l’appello del Presidente Mattarella per un governo di unità nazionale avremmo rischiato di perdere consensi. Ho messo gli interessi dell’Italia prima di quelli della Lega: senza di noi, Pd e 5Stelle non solo avrebbero gestito i miliardi del Pnrr condizionando la vita dei nostri figli e dei nostri nipoti, ma avrebbero messo la patrimoniale sulla casa, approvato la cannabis libera, la cittadinanza facile per gli immigrati e il Ddl Zan. Ora mi auguro che il Pd e i 5Stelle vengano mandati a casa dagli italiani una volta per tutte. Stare all’opposizione sarebbe stato più facile».

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