Bomba sulle elezioni. “Un avviso di garanzia direttamente dagli Usa”
Nella Lega il nervosismo è ancora più palese: i leaks provenienti dagli Usa «hanno nel mirino innanzitutto Salvini e i suoi legami con Putin», dice la responsabile Esteri del Pd Lia Quartapelle. Ma «dietro c’è un messaggio a Giorgia Meloni, che si candida a premier: è in grado, lei e la sua classe dirigente, di gestire le profonde contraddizioni geopolitiche nella sua coalizione, e di fare chiarezza? Cosa succederà sul prossimo decreto per le armi all’Ucraina, che dovrà essere gestito da lei e dai suoi alleati?»
Anche il Pd ha avuto i suoi problemi con i filo-russi, «ma almeno noi – rivendica Quartapelle – su questo abbiamo rotto con il nostro alleato che aveva una linea ambigua sulla grande questione del nostro tempo, pagandone un prezzo. Meloni pensa che basti dirsi pro-Ucraina per risolvere il problema?»
In casa meloniana, in verità, il problema è piuttosto chiaro, anche se nessuno lo ammette esplicitamente. Ma tra i suoi qualcuno sussurra: «Salvini difficilmente potrà fare il ministro, tanto meno al Viminale». Con la speranza che «ci pensino le urne» a risolvere il problema. «In Piemonte siamo dati appena al 10%, quindi a livello nazionale siamo sotto», confidava ieri un importante sindaco leghista del Nord.
IL GIORNALE
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