Soldi russi, Draghi chiama gli americani. Blinken: “L’Italia non è citata nel dossier”
Francesco Grignetti Ilario Lombardo
L’Italia non è citata nel documento annunciato dal Dipartimento di Stato americano sui finanziamenti occulti di Mosca diretti a partiti e leader di oltre venti Paesi nel mondo. Anthony Blinken è stato chiaro con Mario Draghi durante il colloquio telefonico avuto mercoledì e rivelato ieri mattina, secondo il fuso orario italiano. Come spiegano fonti di governo e di intelligence, confermate da fonti americane, il segretario di Stato Usa ha dato «ampie rassicurazioni» al premier in questo senso. Nel dossier di Washington non ci sono riferimenti a forze politiche italiane al libro paga del Cremlino. Anche se è importante aggiungere un elemento a questa ricostruzione. Le stesse fonti precisano che non si può escludere nulla: più in là qualcosa potrebbe uscire.
È stato Draghi a sollecitare una risposta cruciale in un momento in cui il Paese è alle prese con gli ultimi giorni di campagna elettorale e i sospetti possono diventare veleno. Lo scontro tra partiti in meno di 48 ore si è fatto isterico. Con la Lega costretta sulla difensiva per i passati e conclamati rapporti avuti con Mosca e per l’atteggiamento critico di Salvini verso le sanzioni imposte a Putin dopo l’invasione dell’Ucraina. Una posa che in questi anni ha scatenato più volte l’indignazione americana ma che è cosa ben diversa da un’eventuale notizia che la Lega avrebbe ricevuto i rubli di Mosca.
Blinken ha ringraziato Draghi «per la leadership esemplare» e per «il deciso sostegno sull’Ucraina». In un contesto che è tra i più complicati della storia è importante – ha aggiunto – «mantenere la solidarietà e la resilienza di fronte agli sforzi russi di usare l’energia e altri mezzi per dividerci». Sulla base di queste premesse, Blinken ha poi detto a Draghi di «non vedere l’ora di lavorare con qualsiasi governo uscirà dalle prossime elezioni». Un modo forse anche per respingere i dubbi sul senso delle rivelazioni dell’amministrazione americana mentre in Europa sono in pieno svolgimento – in Italia, ma anche in Svezia e in Estonia – importanti sfide elettorali. È stato il Dipartimento Usa a dare notizia della telefonata. Nulla è invece stato comunicato da Palazzo Chigi. Per cortesia istituzionale, ci è stato spiegato, e perché il premier vuole che sia il sottosegretario con delega ai servizi Franco Gabrielli a spiegare ufficialmente davanti al Copasir, questa mattina alle 9, le informazioni raccolte dagli alleati.
Da quello che si è potuto ricostruire, gli interlocutori statunitensi, sia in ambito diplomatico sia di intelligence, hanno spiegato che «non c’è nulla di specifico» sull’Italia. Nessuna transazione sospetta. Il documento resta in mano loro e rimane sottochiave; a Roma non è stato girato. Ma pare chiaro che a parte qualche accenno generico al «clima» che si respira nell’opinione pubblica e nell’establishment sull’impennata del costo dell’energia e una certa insofferenza verso le sanzioni , l’Italia non è certo il focus del report. E questo sarebbe il senso anche dei colloqui del presidente del Copasir e senatore Fdi Adolfo Urso nel suo viaggio in Usa.
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