Dl aiuti ter, cosa prevede il terzo pacchetto contro il caro energia: dal bonus sociale alla cassa integrazione scontata

Luca Monticelli

ROMA. Il prezzo del gas continua ad essere molto volatile: ieri la borsa di Amsterdam ha chiuso a 214 euro al megawattora, dopo aver segnato un massimo di 244 euro. Il governo Draghi corre ai ripari e, a nove giorni dalle elezioni, porterà oggi in Consiglio dei ministri un terzo decreto aiuti del valore di 13,6 miliardi. Un pacchetto di risorse che si sommano ai 50 miliardi già messi in campo dall’esecutivo per affrontare la crisi energetica. L’obiettivo principale di questo provvedimento è realizzare uno scudo per le imprese con il potenziamento e l’estensione fino a fine anno del credito di imposta.

Il ministro Roberto Cingolani ha pronta una misura per la cessione a prezzi calmierati di uno stock di energia elettrica di 18 terawattora, grazie all’intervento del Gestore dei servizi energetici che attinge dagli impianti rinnovabili. Gli imprenditori, inoltre, avranno a disposizione una dilazione di tre mesi per pagare le bollette, ma è in bilico la cassa integrazione scontata. Nel decreto, anche misure per le famiglie a basso reddito, come il rafforzamento del bonus sociale.

Lanciano l’allarme gli amministratori dei condomini che temono rincari del riscaldamento del 300%. Secondo Consumerismo no profit, molti condomini rischiano l’interruzione della fornitura perché non riusciranno a ottenere sul mercato la quota di energia necessaria. Alcuni gestori, infatti, chiedono integrazioni delle garanzie fino a 30 mila euro contro eventuali morosi.

I governatori della Lega invocano «subito nuove e importanti risorse pubbliche per sostenere gli italiani». Un provvedimento immediato, è la loro proposta, «con l’attivazione del tetto al prezzo del gas, ora in mano a una speculazione su cui i Paesi europei non possono più tergiversare». Il presidente del Veneto Luca Zaia si dice preoccupato «perché la maggiore industria della mia regione, il turismo, vive di riscaldamento ed energia. È un inverno che ci viene prospettato come complicato, ed è importante intervenire subito. A questo Paese mancano l’autonomia energetica e quella alimentare. Quella energetica spero si possa risolvere nel giro di pochi mesi».

Intanto, la Conferenza Stato-città ha ripartito 400 milioni di euro del fondo istituito per far fronte ai maggiori costi delle utenze di luce e gas. Di questi, 350 milioni sono destinati ai comuni e 50 milioni alle città metropolitane e province. Sono risorse, spiega la vice ministra all’Economia Laura Castelli, che «consentono alle amministrazioni di operare con maggiore tranquillità, evitando di tagliare servizi essenziali per i cittadini».

  • LE IMPRESE – Rebus credito d’imposta costa oltre sei miliardi

Il credito d’imposta in scadenza il 30 settembre, per le aziende che hanno subito un aumento delle spese dell’energia superiore al 30%, è uno dei temi più complicati sul tavolo di Palazzo Chigi. L’idea è prorogarlo al 31 dicembre e alzarlo al 40% sia alle imprese gasivore (che attualmente usufruiscono di un bonus al 25%), sia a quelle energivore con consumi sopra i 16,5 chilowattora (oggi al 15%). La norma però costa più di sei miliardi e così l’aliquota potrebbe fermarsi al 30-35%.

Si ragiona anche sull’estensione del credito d’imposta ai piccoli esercizi con contratti che hanno una potenza inferiore, dai 4,5 kw o dai 6 kw in su. A beneficiarne sarebbero i negozi, i commercianti, gli studi professionali, i laboratori degli artigiani, e anche i supermercati e le micro-imprese. Tutte attività che erano rimaste escluse dalla prima edizione del bonus, pensato inizialmente per le aziende con grandi consumi di luce. Per le imprese si sta cercando di definire pure una rateizzazione delle fatture di tre mesi, una dilazione che rappresenterebbe una boccata d’ossigeno sul fronte della liquidità. 

  • I REDDITI BASSI – Il bonus sociale esteso agli Isee da 15mila euro

Uno dei piatti principali nel menù del decreto Aiuti Ter è il rafforzamento del bonus sociale per le utenze di luce e gas a favore delle famiglie a basso reddito: la platea interessata riguarda chi ha un reddito Isee fino a 12 mila euro (soglia già innalzata mesi fa rispetto agli 8.265), e ora si vorrebbe assicurare il sostegno anche ai nuclei che arrivano a 15 mila euro di Isee.

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