I sei leader sotto la lente: punti di forza e di debolezza per la corsa a premier
Letta – La sfida del voto utile, l’insidia degli ex alleati
I PUNTI DI FORZA
È nell’ultima
settimana, gli dicono, che il voto si polarizza, e anche gli scontenti e
i disillusi alla fine ci ripensano e convergono sul voto utile. E lui
si dice l’unico, numeri alla mano, che può arginare Giorgia Meloni. Il
«no» scontato di Mario Draghi a un ritorno in campo lo aiuta a tentare
di svuotare le urne di Carlo Calenda. Cerca voti contro le tentazioni
anti europeiste e rivendica di essersi opposto a Putin fin dalla prima
ora.
I PUNTI DI DEBOLEZZA
La partita delle alleanze lo vede in difesa, specie con questa legge elettorale. La sfida sull’antifascismo ha funzionato meno di quanto sperato, gli attacchi di Conte e Calenda lo hanno insidiato più di quelli del centrodestra. I colonnelli del suo partito non hanno dato l’impressione di combattere ventre a terra, aspettando piuttosto il giorno dopo. Quando, con la voluta ambiguità di quel verso, «Più che ‘l dolor poté ‘l digiuno».
Conte – I regali per il Sud, l’abbandono del Nord
I PUNTI DI FORZA
Bonus 110
sulle ristrutturazioni, Reddito di cittadinanza e avanti Sud alla
riscossa. Via Di Maio, Di Battista al confino, Beppe Grillo alla
finestra. Spregiudicata ambiguità sulla Russia per incassare su bombe e
bollette senza strappare del tutto con le alleanze internazionali. Via
la zavorra del patto con il Pd che rischiava di fagocitarlo, linea di
lotta e di pochette. A un passo dalla scomparsa vede una lucina in fondo
al tunnel.
I PUNTI DI DEBOLEZZA
Truppe nella sacca del Nord abbandonate a se stesse, la controffensiva dell’Ucraina che fa traballare la critica alle sanzioni, una rimonta in percentuale che rischia di non avere un corrispettivo di eletti, falchi a Cinque stelle pronti gettarsi sul quartier generale, ritorno nel gorgo dell’opposizione. Avverte Padre Pio: «Una persona annega in alto mare, una annega in un bicchier d’acqua, ma entrambi muoiono».
Calenda – Scommessa Terzo polo, la trappola dei collegi
I PUNTI DI FORZA
No al
centrodestra, no ai Cinque stelle, no alle ambiguità del Pd, no alle
elemosine, sì ai rigassificatori, sì al nucleare green, sì all’Europa,
no a Putin, sì al Piano di ripresa e resilienza. Calenda il timone lo ha
avuto in mano per tutta la campagna elettorale e ha scommesso tutto su
un polo che sventrasse gli schieramenti tradizionali. Continui richiami
al governo di Mario Draghi, che ha goduto di larga popolarità.
I PUNTI DI DEBOLEZZA
Rischia di rimanere intrappolato nella morsa del voto utile. La legge elettorale lo penalizza nei collegi uninominali. L’impossibilità di coinvolgere direttamente Draghi nel suo progetto lo indebolisce. Matteo Renzi si è messo in riga rispettando i patti ma poi non ha resistito ed è salito su un jet privato. E ora Calenda resiste alle faine che gli dicono: «Facciamo come con Melampo, mettiamoci d’accordo».
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