Da Trento a Caserta, dilaga la violenza: raffica di raid contro la Meloni

Francesca Galici

A una settimana dal voto, Giorgia Meloni ha deciso di denunciare i continui e ripetuti assalti subiti in questa campagna elettorale, sia durante i suoi comizi che durate le legittime manifestazioni di strada e piazza nei gazebo da parte degli attivisti. Fratelli d’Italia è il partito che più di altri sta subendo la furia rossa antidemocratica in questa campagna elettorale, con azioni che di volta in volta hanno il tiro sempre più alto. Fortunatamente, si devono ringraziare gli attivisti di FdI che finora non hanno mai ceduto alle provocazioni, non hanno mai reagito agli insulti e alle minacce dei centri sociali e degli antagonisti, il cui unico obiettivo pare sia quello di scatenare l’incidente per poi addossare le responsabilità a Fratelli d’Italia. Un gioco sporco al quale il partito di Giorgia Meloni non è disposto a prestare il fianco ma che ora che i toni si stanno surriscaldando si sta facendo realmente pericoloso.

Tradendo il principio democratico secondo il quale tutti devono essere liberi di esprimere la propria opinione, quelli che si fregiano di un patentino di democrazia hanno preso l’abitudine a infiltrarsi nei comizi di Giorgia Meloni per disturbare e creare ingerenze con il comizio, impedendo di fatto la libera espressione del pensiero. A Trento, lo scorso 10 settembre un gruppetto di studenti rossi vicini ai centri sociali ha urlato contro Giorgia Meloni frasi come “buffona” e “fascista“, solo dirne alcune. Un manipolo di disturbatori davanti ai quali la leader di Fratelli d’Italia ha fatto spallucce con tanto di “non me ne può fregar de meno” detto al microfono della manifestazione. Stessa situazione anche a Genova e a Milano, dove la polizia è riuscita a isolare un altro gruppetto sparuto di antagonisti alimentati dai centri sociali, che ripetono sempre la stessa solfa contro la leader di Fratelli d’Italia.Caos al comizio della Meloni. Ora indaga pure la Digos

Per non dimenticare Cagliari dove, oltre ai quattro gatti dei centri social che hanno creato qualche disordine, immediatamente sedato dalla polizia, tentando anche qui di disturbare il comizio di Giorgia Meloni al suono dei soliti slogan, un contestatore è riuscito addirittura a raggiungere il palco. Il sangue freddo di Giorgia Meloni, che ha cercato il dialogo con quell’individuo, ha fatto sì che la situazione si mantenesse tranquilla ma resta il fatto grave che quel ragazzo ha raggiunto il punto più sensibile. Che dire, poi, di quanto accaduto quest’oggi a Matera e a Caserta, i due episodi che hanno fatto perdere definitivamente la pazienza alla leader di Fratelli d’Italia. Addirittura, qui una ragazza è riuscita a intrufolarsi e a urlare “puttana” all’indirizzo di Giorgia Meloni, mentre altri appendevano cartelli satirici.

“Da queste parti non si faccia vedere”. La minaccia di Di Maio alla Meloni

Va sottolineato che questo genere di situazioni si è verificato solo durante i comizi dei leader di centrodestra: mai gli attivisti di centrodestra si sono presentati ai comizi della sinistra per protestare e insultare. Questo soprattutto perché nella coalizione non si sono avvelenati i pozzi, non si sono alzati i toni contro gli avversari e non sono state mosse minacce velate, come quella di Luigi Di Maio che ha consigliato a Giorgia Meloni di non farsi vedere a Napoli. Inoltre, va anche fatto notare che finora mai gli attivisti hanno reagito, nonostante gli assalti incappucciati ai banchetti. Ma ora la misura è colma e la leader di Fratelli d’Italia ha alzato la voce per evitare che l’ultima settimana, in un clima già così esagitato, la situazione possa degenerare.

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