Draghi premiato come statista dell’anno da stato Kissinger: «Basta esitazioni contro le autocrazie»

dalla nostra inviata a New York Monica Guerzoni

Il premier uscente riceve il riconoscimento World Statesman Award della fondazione americana Appeal of Conscience presieduta dal rabbino Arthur Schneier

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I complimenti di Joe Biden arrivano su carta intestata della Casa Bianca: «Mi congratulo con il mio amico Mario Draghi per la vittoria del premio World Statesman Award per il suo lavoro nel portare avanti i diritti umani nel mondo».

Biden ringrazia Draghi per la sua leadership

Al dinner annuale della fondazione americana Appeal of Conscience presieduta dal rabbino Arthur Schneier il premier italiano uscente è l’ospite d’onore e Biden lo loda con enfasi: «Mario Draghi è stato una voce potente nel promuovere tolleranza e giustizia, lo ringrazio per la sua leadership». A consegnare il premio allo «statista dell’anno» è l’ex segretario di Stato Henry Kissinger, politico e politologo che ha attraversato e raccontato un secolo di storia, americana e mondiale. Celebre il traumatico confronto a Washington con Aldo Moro nel 1974, quando Kissinger provò a convincere lo statista italiano a rinunciare al progetto di un «compromesso storico» tra Dc e Pci. È passato quasi mezzo secolo.

Un quasi centenario Kissinger consegna il premio

L’ex segretario di Stato, che sta per compiere cento anni, arriva in carrozzina all’hotel Pierre, assiste in silenzio dalla tv a circuito chiuso alla prima parte della serata nella stessa stanza dove sono riuniti i giornalisti italiani, quindi entra nel salone delle feste e si siede alla destra di Draghi per lodarne «capacità, coraggio e visione». Il premier ringrazia in inglese Kissinger, il cardinale Pietro Parolin e il rabbino Schneier, ripercorre le tappe principali della sua carriera alla luce dell’«importanza del dialogo», quindi parla dei rischio di «una nuova era di polarizzazione» con l’invasione russa dell’Ucraina: «La questione di come ci relazioniamo con le autocrazie definirà il nostro futuro per molti anni a venire. Servono franchezza, coerenza e impegno comune». È il cuore dell’intervento di Draghi, applaudito in sala anche da John Elkann.

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