Cacciari: “Siamo diventati fascisti? Una stupidaggine. Sinistra vittima di una catastrofe mentale”
Paolo Griseri
Professor Cacciari, la destra radicale è il primo partito. Gli italiani sono diventati fascisti?
«Questa è una colossale stupidaggine».
Beh, si è sentita dire spesso in queste settimane: se vince la Meloni, vincono i fascisti…
«Ma,
naturalmente, non è vero. Questo ragionamento è stato controproducente,
come si è visto. La genesi del fascismo è lontanissima da oggi, nasceva
da una crisi della democrazia, avveniva in un contesto molto diverso da
quello dei giorni nostri. Quella che è stata proposta tra Fratelli
d’Italia e il fascismo è stata una sovrapposizione impropria».
Però dentro Fratelli d’Italia ci sono i nostalgici del Ventennio, questo è innegabile…
«Questo
è innegabile ma non è stato questo il motivo per cui gli italiani hanno
votato quel partito. I nostalgici vengono tollerati come elemento
identitario. Ma la Meloni sa che se solo provasse a mettere in pratica
una delle ricette del Ventennio, gli italiani si ribellerebbero».
Eppure la crisi della democrazia c’era un secolo fa come oggi…
«Ma
quella era la crisi della democrazia liberale. Il pericolo che corriamo
oggi non ha più nulla a che fare con i totalitarismi. Quella che è
entrata in crisi, e da trent’anni ormai, è la democrazia progressiva,
nata in Europa dopo la seconda guerra mondiale. Una democrazia che
spingeva i popoli ad aumentare i propri diritti, ad allargare la base
sociale di chi ne godeva, a migliorare le proprie condizioni di vita.
Quando questo allargamento progressivo si è interrotto, è nata la
rivolta dei populismi e dei sovranismi contro l’Europa. Perché da quel
momento l’Europa non ha più saputo darsi un’identità politica e non ha
più saputo avere una linea autonoma in politica estera».
Ce l’ha mai avuta quella linea?
«Certo che l’ha
avuta. Negli anni Ottanta e Novanta quello dell’Europa era un ruolo di
mediazione tra gli interessi delle grandi potenze militari. Serviva da
punto di incontro. Oggi invece quell’identità si è persa. La linea
dell’Europa in politica estera è oggi una posizione filo-atlantica, di
adesione alla linea della Nato. Il ruolo che avevamo, di mediazione
preventiva con la Russia, è completamente saltato».
Basta tutto questo a spiegare le rivolte sovraniste?
«Non basta. Ma spiega perché in un momento come questo l’idea stessa di Europa è entrata in crisi».
Perché di questa crisi la sinistra ha subito le conseguenze
peggiori? Nella campagna elettorale italiana è sembrata quella più in
difficoltà. Come mai?
«Dire che è apparsa in difficoltà è
dire poco. Io sarei molto meno generoso: la sinistra italiana è entrata
in totale confusione. La definirei una catastrofe mentale».
Ci può spiegare?
«Ma come? Si sostiene che il
pericolo è quello del fascismo, cioè di un attacco eversivo allo Stato, e
non si riesce a trovare il modo di combattere quel rischio tutti
insieme?».
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