Meloni, un governo che sia inattaccabile e lo scambio con Zelensky: «Contate su di noi»
di Paola Di Caro
Spinta per un esecutivo che faccia «bella figura in Italia e fuori». L’incontro con Tajani e il messaggio Twitter al presidente ucraino
In pubblico Giorgia Meloni sceglie di mantenere il silenzio. Si lavora e si tace, il suo mantra imposto anche ai fedelissimi. Unica eccezione alla regola, la risposta agli endorsement ricevuti negli ultimi giorni. Ultimo, quello caloroso del presidente ucraino Zelensky, che si congratula per la vittoria, ringrazia per il «sostegno» e dice di contare su una «proficua collaborazione». La replica su Twitter è un’assicurazione: «Sai che puoi contare sul nostro leale sostegno alla causa della libertà del popolo ucraino». Ma Meloni ringrazia anche chi le ha mandato caldi messaggi di buon lavoro, come il premier polacco Morawiecki, quello ceco Petr Fiala e la britannica Liz Truss: «Pronti a collaborare».
Niente scontri inutili e conti in ordine
Grande attenzione ai rapporti internazionali insomma, e anche per questo nei tanti colloqui di ieri Meloni è stata chiara: «Voglio un governo con personalità anche politiche di alto profilo, inattaccabile, che mi faccia fare bella figura in Italia e all’estero. Che non mi crei problemi e non provochi censure e inutili scontri polemici di cui non abbiamo alcun bisogno». Anche perché la situazione è talmente difficile che non ci si può permettere «passi falsi», e tantomeno provvedimenti fuori linea rispetto allo stato dei conti pubblici. I soldi a disposizione «sono pochi» e presentarsi come primo atto del governo con una manovra che richieda uno scostamento di bilancio, se non come «extrema ratio», sarebbe «visto male all’estero». Parole pronunciate più volte nella prima giornata dopo il voto passata prima alla Camera poi alla sede del partito. Qui, da sola, ha fatto e ricevuto molte telefonate. Di chi magari chiedeva lumi o offriva disponibilità, mentre lei ha continuato a sondare possibili candidati e a tenere i rapporti informali con Palazzo Chigi in vista del passaggio di consegne.
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