FdI sfonda tra operai, insegnanti e commercianti. M5S primo tra i giovani e il Pd regge tra i laureati

Altro dato interessante riguarda gli elettori tra i 18 e i 34 anni: i due partiti più votati sono M5S (20,9%) e Pd (18,7%). «I Cinque stelle vanno forte tra i giovani, tra i quali va considerato come la prospettiva occupazionale rappresenti un miraggio — spiega ancora Pagnoncelli —. Perciò una forza che mette al centro del programma “reddito” e salario minimo diventa molto attrattiva». Rilevante, però, è il fatto che i ragazzi rappresentino anche la fetta più ampia (42,7%) di chi non è andato a votare alla tornata con l’affleunza più bassa della storia: 63,8%. Sempre sul fronte anagrafico, FdI incassa il primato dell’elettorato over 65 (28,2%), seguito a ruota da Pd (25,2%) e Lega (9,2%).

Meloni potrebbe essere la prima premier donna della Repubblica , ma il voto femminile per FdI (24,2%), seppur di poco, è rimasto inferiore a quello maschile 27,8%, per il fatto che metà dell’elettorato in ingresso arriva dalla Lega, che tradizionalmente vanta più uomini. Per quanto riguarda il livello di istruzione, il partito più votato dai laureati si conferma il Pd (24,8%), seguito da Fratelli d’Italia, che però riceve il maggior numero di consensi anche da chi ha livelli di scolarità minimi (29%).

Riguardo la joint venture tra Azione e Italia viva, Pagnoncelli rileva: «Analizzando i flussi elettorali, emerge chiaramente come questa forza abbia pescato più nel centrosinistra. Qualche voto al centrodestra è stato sottratto, ma senza danneggiarlo in maniera rilevante. Il Terzo polo è stato un po’ quello che fu Scelta civica: elettorato più istruito e buon appeal tra giovani e ceti più dinamici. In realtà Azione e Italia viva non sono riusciti a sfondare perché avrebbero avuto bisogno di una campagna più lunga per farsi conoscere».

Mentre Forza Italia, pur avendo perso 2,3 milioni di voti rispetto al 2018, ha resistito con discreto successo proprio all’assalto del tandem Calenda-Renzi: «Perché all’interno del centrodestra è considerata la forza più moderata e in grado di bilanciare le posizioni più estreme, specie per garantire un buon rapporto con l’Europa».

CORRIERE.IT

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