Temi caldi Governo, Meloni pensa ai ministri: Giorgetti fuori (per ora), Tajani in corsa per la Difesa. L’ipotesi di due vicepremier
Più robusta, almeno come numero di presenze, la delegazione leghista. Nell’ultima bozza ci sono i nomi di Edoardo Rixi alle Infrastrutture, Gianmarco Centinaio alle Politiche agricole (si tratterebbe di un ritorno), Giulia Bongiorno alla Pubblica amministrazione, Vannia Gava alla Transizione ecologica. Senza dimenticare che in conto alla Lega, se l’operazione andrà in porto, va computato il ministero dell’Interno, per cui è in pista il prefetto di Roma Matteo Piantedosi, già capo di gabinetto di Salvini al Viminale.
Decisamente più agevole, per Meloni, combinare la formazione dei suoi. A Guido Crosetto, se la Difesa va a Tajani, potrebbe venir chiesto di andare alla Farnesina, anche se rimane in piedi l’ipotesi di portare il regista delle operazioni più delicate direttamente a Palazzo Chigi, coi galloni di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Ruolo per cui si valuta anche Giovanbattista Fazzolari, che potrebbe incassare anche la delega per l’Attuazione del programma. Gli altri nomi? Francesco Lollobrigida ai Trasporti, l’ex cda Rai Giampaolo Rossi alla Cultura, Daniela Santanché al Turismo, Edmondo Cirielli al ministero del Sud e della Coesione territoriale, Raffaele Fitto alle Politiche europee.
In questo quadro, due sarebbero i «tecnici»: il ministro dell’Economia, casella per la quale Meloni non ha smesso di sognare un sì di Fabio Panetta, nel board della Bce; e quello dello Sviluppo, per il quale l’identikit più gettonato nelle ultime ore è quello dell’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato.
Annotazione: nessuno dei ministeri «internazionali» — né Esteri, né Difesa, né Politiche comunitarie — è stato per ora associato a un leghista. Ma il cammino è all’inizio. Anche se un pezzo di strada, parecchia strada, è stato fatto.
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