La sfida energetica per il nuovo governo. Ma i nostri stoccaggi sono pieni al 90%. “L’inverno è al sicuro senza il gas russo”
Il nuovo governo non si è ancora insediato che già si affacciano all’orizzonte i primi grandi temi da affrontare a cominciare dalla crisi energetica. L’incidente dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, interessa direttamente anche l’Italia e incide sul prezzo del gas con il rischio di nuovi consistenti aumenti. Come sottolineato da Federconsumatori, «piove sul bagnato. Non bastavano i già notevoli aumenti registrati sulla bolletta del gas, ora a peggiorare la situazione contribuisce il presunto sabotaggio al gasdotto Nord Stream».
Si tratta di un evento imprevisto in una giornata in cui è stato annunciato che gli stoccaggi italiani di gas sfiorano la soglia del 90%. Secondo il presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli, il riempimento degli stoccaggi è una buona notizia che però «non ci permette di essere completamente tranquilli per l’inverno. Se ci saranno molti giorni freddi e il consumo aumenterà, a fine febbraio o inizio marzo potremmo essere costretti a razionare il gas». Come spiega Tabarelli: «Nella stagione fredda, il consumo giornaliero può arrivare a 400 milioni di metri cubi al giorno. Di questi, metà viene da gasdotti e rigassificatori, l’altra metà dalle scorte. Un quarto della domanda veniva coperta dalla Russia, che però adesso ha ridotto a un terzo la fornitura. Di conseguenza, questo inverno dalla rete ci verrà meno gas. Nei giorni più freddi, dovremo consumare più scorte. E se ci saranno molti giorni freddi, arriveremo a fine inverno con le scorte ridotte. Per non rimanere a secco, potremmo dover razionare».
Più favorevole il parere di Bloomberg per cui «l’Italia ha scorte sufficienti di gas per superare l’inverno anche nel caso in cui venisse a mancare completamente il gas russo» grazie alle forniture provenienti dal Nord Africa anche se, aggiunge l’agenzia statunitense, «dovrà espandere la propria capacità di rigassificazione affinché possa stare tranquilla anche i prossimi inverni».
Proprio il tema del rigassificatore di Piombino è uno dei primi nodi e il nuovo governo dovrà definire una strategia energetica nazionale. Per i prossimi anni, con il raddoppio delle esportazioni algerine verso l’Italia nel 2024 a 18 miliardi di metri cubi all’anno e l’incremento delle importazioni di Gnl dall’Egitto, il fabbisogno energetico italiano dovrebbe stabilizzarsi ma rimangono da risolvere i problemi nel breve termine.
Oltre al caro bollette (accentuato nei prossimi mesi), se si vuole prorogare l’impianto degli aiuti messi in campo dal governo Draghi (il bonus per le famiglie, gli sgravi per le imprese, l’abbattimento degli oneri di sistema), occorrerà prevedere una serie di spese e la manovra economica si presenta come una vera e propria corsa contro il tempo. Nel prossimo trimestre infatti le bollette elettriche potrebbero aumentare di circa il 60% secondo Nomina energia, un incremento che potrebbe addirittura toccare il 100% senza interventi dell’esecutivo.
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