M5s, i voti grazie al reddito di cittadinanza: la mappa che lo dimostra

Maria Pia Petraroli

“Non è vero che abbiamo avuto soltanto il voto dei percettori del reddito di cittadinanza”: Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole ed esponente del M5S, lo ha detto a margine del VII Congresso Uila. Se si confrontano i voti ottenuti dai grillini col numero dei percettori del reddito nelle diverse regioni d’Italia, però, è difficile non vedere una correlazione, se non proprio una sovrapposizione di dati. Basti pensare, per esempio, alla regione Campania, dove il Movimento di Giuseppe Conte ha ricevuto in totale più di 796mila voti alla Camera. Eclatante la vittoria nel collegio uninominale di Napoli Fuorigrotta, dove l’ex-ministro dell’Ambiente, il grillino Sergio Costa, ha inflitto una severa sconfitta a Luigi di Maio di Impegno civico. I numeri importanti conquistati rendono il M5s il primo partito della regione. Sta di fatto, però, che la Campania è anche la prima regione in Italia per percettori di reddito di cittadinanza. Nel solo mese di agosto 2022 lo hanno ricevuto più di 600mila persone, stando ai dati riportati dall’Inps. Nessun’altra regione ha un numero così elevato di percettori.

Al secondo posto tra le regioni con più beneficiari del reddito grillino c’è la Sicilia, dove ben 500mila persone hanno ricevuto il sussidio lo scorso agosto. Anche in questo caso è impossibile non notare l’exploit del M5s nel territorio: pur non essendo stato il primo partito, il Movimento ha comunque ottenuto una percentuale alta di voti sia alla Camera che al Senato, 28,1% nel primo caso e 27,2% nel secondo, posizionandosi dietro al centrodestra. In generale, dando un occhio ai dati, si nota che più ci si sposta verso Sud, dove il M5s ha avuto un successo non indifferente, e più aumentano i tassi di percezione del reddito di cittadinanza. Per chi pensa che un’associazione tra il reddito in sé e il voto rappresenti un’interpretazione affrettata, se non proprio sbagliata, dell’esito delle elezioni, non sarà difficile notare però l’associazione tra disagio economico e voto al M5s. Qualche mese fa l’Inps ha sottolineato che lo squilibrio tra i beneficiari del reddito tra Nord e Sud Italia “è anche spiegato da indicatori di disagio economico locale (come l’alto tasso di disoccupazione, il basso livello di istruzione, la mancanza di servizi adeguati)”.

La correlazione, comunque, non riguarda solo il Sud. Al di là dell’area meridionale, infatti, sembra che laddove ci sia stata una maggiore richiesta di reddito di cittadinanza il voto al M5s sia stato più alto. Lo dimostra, per esempio, il dato del Lazio, dove i percettori del reddito nel mese di agosto sono stati più di 217mila mentre i voti al Movimento ammontano a oltre 400mila. Secondo Patuanelli, questo confermerebbe che i grillini non hanno ricevuto solo i voti di chi ha il reddito: “È una questione numerica: in Puglia abbiamo raddoppiato i voti rispetto ai percettori del reddito di cittadinanza e questo discorso può essere esteso a tutte le zone d’Italia”. Questo è assolutamente vero. Ma è vero anche che nelle zone in cui il tasso di percezione del sussidio è più alto, è più alto anche il numero di voti destinati al M5s, indipendentemente dal fatto che questo numero sia pari o maggiore rispetto a quello dei beneficiari del reddito. 

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