Gas e Ue, la reazione del governo: solidarietà a rischio per i tre errori di Berlino e il «bullismo» olandese
«Non antieuropeisti»
In questo senso la sintonia tra il premier e la leader di FdI è parsa evidente dal comunicato successivo di Meloni, che ieri mattina si era schermita: «Non mi pare il caso di commentare», la decisione di Berlino. Così dicendo aveva evocato uno dei temi sviluppati in campagna elettorale, quando sottolineava come Germania e Francia difendessero a Bruxelles i loro interessi nazionali: «E noi non possiamo essere tacciati di anti-europeismo se lo proponiamo anche per l’Italia». Ma l’incarico che sta per rivestire l’ha indotta in serata a evitare polemiche. C’è una chiara simmetria tra la dichiarazione di Draghi («in Europa non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali») e il comunicato di Meloni: «Neppure gli Stati membri che appaiono meno vulnerabili sul piano finanziario possono offrire soluzioni efficaci a lungo termine in assenza di una strategia comune». L’appello del premier in pectore all’unità di tutte le forze politiche è il tentativo di attutire una conflittualità che già emerge nella sua stessa maggioranza, dato che Salvini chiede «subito un maxi intervento» per le bollette. La transizione di governo si avvicina e Cingolani ha esortato Meloni ad accelerare con il rigassificatore di Piombino, bloccato da veti politici e impedimenti burocratici, aggirati da altri in Europa: Germania e Olanda, guarda caso.
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