Ucraina Russia, news sulla guerra di oggi | Zelensky ai russi: «Lasciate Putin o sarete uccisi uno a uno»
di Francesco Battistini, Lorenzo Cremonesi, Marta Serafini e Redazione Online
Le notizie di domenica 2 ottobre, in diretta. Il monito ai soldati di Mosca nel video-intervento serale. La Russia chiude il trasporto stradale ai «Paesi ostili»
• La guerra in Ucraina è arrivata al 221esimo giorno.
• Le truppe di Kiev hanno riconquistato la città di Lyman
nel Donetsk. Si tratta di una vittoria clamorosa, per l’importanza
strategica della città, ma anche simbolica, poiché avviene il giorno
dopo l’annuncio dell’annessione di 4 regioni — tra cui proprio quella di
Donetsk — da parte di Putin.
• Il leader ceceno Kadyrov dopo la disfatta a Lyman ha violentemente criticato i comandi militari russi, e ha aizzato Putin: «Mosca valuti l’uso dell’arma nucleare tattica».
• Paolo Valentino ha intervistato il miliardario russo Melnichenko,
industriale russo sotto sanzioni: sulle annessioni spiega che
«l’Occidente non ha ancora capito cosa significhi realmente questo
passaggio: sarà impossibile da cambiare. Il caos in Russia può portare
catastrofi», ed è «ingenuo e pericoloso» pensare che «tutti i problemi,
in primis quelli di sicurezza, saranno risolti non appena ci sarà un
cambio di regime».
• Il gestore di Nord Stream 2 ha annunciato che non c’è più fuoriuscita di gas: qui Giudo Olimpio e Andrea Marinelli fanno il punto su quello che si sa del sabotaggio.
• Stop alle forniture di gas russo in Italia: ieri flussi azzerati.
Ore 09:57 – Il direttore dell’Aiea Grossi in visita a Kiev e Mosca
L’argentino Raphael Grossi, direttore generale dell’Aiea (l’Agenzia internazionale per l’energia atomica) , sarà in visita a Kiev e a Mosca la prossima settimana. «La visita fa parte degli sforzi in corso per istituire una zona di sicurezza nucleare intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia il prima possibile», si legge in una nota dell’Agenzia
Ore 09:38 – Zaporizhzhia di nuovo bombardata
La città di Zaporizhzhia e alcune aree circostanti sono state colpite nella notte da nuovi bombardamenti russi. Lo ha dichiarato via Telegram il governatore dell’oblast Oleksandr Starukh
Ore 08:40 – Ma la Russia è in grado di combattere una guerra atomica?
La Russia è in grado di lanciare armi atomiche tattiche? Sicuramente sì: e, secondo Ramzan Kadyrov, Putin dovrebbe farlo, al più presto.
Ma Mosca è in grado di combattere una guerra su un campo di
battaglia dove ha lanciato armi nucleari? Qui la risposta si fa più
complicata. E, secondo il think tank statunitense Institute for the
Study of War (Isw) — uno dei più autorevoli e documentati sul conflitto
in corso — sarebbe negativa.
Al momento, «il caotico agglomerato di soldati a contratto,
riservisti mobilitati in fretta e furia, soldati di leva e mercenari,
che al momento compone le forze di terra di Mosca», spiega un analista
di ISW all’agenzia Reuters, «non sarebbe in grado di combattere in un
contesto nucleare».
In sostanza: le aree distrutte sarebbero «insuperabili» per le truppe russe.
Ore 08:09 – Atomica «tattica», perché usarla sarebbe comunque una catastrofe
(Sergio Romano) Dopo lo scambio di battute con Vladimir Putin sul ricorso al nucleare nell’ultima
crisi, il tema è diventato nuovamente attuale. Per molto tempo era
sembrato impossibile che un uomo politico autorevole e responsabile
prendesse in considerazione l’uso dell’arma atomica. Quasi tutti
sembravano sapere che avrebbe provocato una rappresaglia non meno
disastrosa e una sequenza di eventi incontrollabili. Oggi la situazione
sembra essere cambiata per almeno due motivi.
Il primo motivo è lo stesso Putin: troppo ambizioso, egotista e spregiudicato per credere nelle regole dell’alternanza; ed è personalmente convinto che qualsiasi cedimento renderebbe le sue pretese e la sua persona meno credibili.
Il secondo fattore è la parte del discorso in cui Putin ha parlato di armi nucleari tattiche.
Sono armi che non si propongono l’intera distruzione di una città o di
un Paese. Vengono costruite per colpire un obiettivo specifico: una
diga, un aeroporto, un nodo ferroviario, una particolare zona con
importanza strategica o una nave carica di armi e viveri di prima
necessità per un corpo combattente. Non vengono usate per infliggere al
nemico un colpo definitivo e mortale. Vengono usate per azzopparlo, per
intimidirlo, per privarlo di ciò che in quel momento gli è maggiormente
necessario.
Il Paese che decida di farne uso spera soprattutto di costringere la
potenza nemica a cercare una intesa o chiedere un armistizio. Ma questa potrebbe anche essere la fase iniziale
di un processo destinato a concludersi soltanto quando chi dispone di
un’arma nucleare strategica finirà probabilmente per usarla. Una vera distinzione fra armi tattiche e strategiche, quindi, non esiste.
Siamo ormai in un mondo in cui qualsiasi guerra, se combattuta fra
Paesi che dispongono di cognizione ed esperienze atomiche, potrebbe
diventare totalmente nucleare.
(Qui l’articolo completo)
Ore 07:56 – Melnichenko: «Putin era rimasto senza scelta. E non tornerà indietro»
(Paolo Valentino, inviato a Dubai) Quando senti parlare Andrey Melnichenko e pensi al suo patrimonio da 19 miliardi di euro (Forbes, 2021) viene in mente la pipa di Magritte. «Io non sono un oligarca», non si è stancato di ripetere il plurimiliardario russo nelle due ore che ho trascorso con lui nella hall dell’albergo di Dubai, che dallo scorso marzo è diventato la sua casa. […]
Vladimir Putin è ancora in pieno controllo della situazione?
«La Russia è un Paese enorme. Putin ha il sostegno della maggioranza della popolazione e del più grande partito politico. Quindi sì, da un lato è in controllo: se prende una decisione questa viene eseguita. Ma dall’altro lato, non c’è vera competizione politica e l’esecutivo non deve rispondere alla società. Questo significa che il metro di valutazione per il successo di un amministratore sono la qualità dell’esecuzione delle istruzioni che vengono dall’alto e la dimostrazione di lealtà incondizionata a ogni iniziativa associata al nome del presidente. Ma l’attuale classe amministrativa non è particolarmente capace e nel tempo sono emersi vari centri che si sono arrogati il diritto di agire in nome del Presidente. Putin è un essere umano e non ha il controllo su questo caos, semplicemente non è possibile. Il risultato è che, durante periodi di instabilità, c’è il pericolo che questo tipo di gestione possa produrre eventi catastrofici».
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