Bollette luce e gas, come interverrà il governo Meloni? Aiuti e sconti, le prime mosse
di Enrico Marro
Bollette, la prima proposta anti rincari: utilizzo dei fondi europei
Sulle bollette di luce e gas l’emergenza continua. Ieri l’Arera ha comunicato le nuove tariffe della luce per il quarto trimestre dell’anno, che prevedono aumenti del 59%. E anche per il gas (il cui aggiornamento di tariffe è in calendario a fine ottobre) le cose non vanno meglio: le previsioni parlano, anche in questo caso, di un ulteriore aumento del 60%. Per questo gli aiuti messi in campo dal governo Draghi potrebbero rivelarsi insufficienti. Maurizio Lupi, leader della quarta forza della coalizione di centrodestra (Noi moderati) dice che «sono oltre 100 mila le imprese che rischiano la chiusura» e rilancia la proposta della coalizione di «utilizzare i fondi strutturali europei» (si tratta di una ventina di miliardi della programmazione 2014-20 ancora non spesi dall’Italia) per rafforzare gli aiuti. Proposta che si va ad aggiungere alle altre del programma elettorale del centrodestra.
Il disaccoppiamento dell’energia da fonti rinnovabili dal prezzo del gas
I 20 miliardi circa non ancora spesi dei fondi strutturali europei potrebbero essere utilizzati per coprire anche il costo dell’altra misura sulla quale sta lavorando lo schieramento che ha vinto le elezioni: il disaccoppiamento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili dal prezzo del gas. Un provvedimento che, secondo Meloni, «si può fare con una norma nazionale», senza il via libera della Ue. Ma in vista della manovra di Bilancio per il 2023, primo banco di prova del prossimo governo, va innanzitutto tenuto presente che rifinanziare per il primo trimestre del prossimo anno i sostegni a imprese e famiglie con il decreto legge Aiuti ter per l’ultimo trimestre del 2022 richiederebbe 10-15 miliardi.
Bollette, la tregua fiscale per finanziare gli aiuti
Per finanziare spese una tantum, come quelle del caro bollette, c’è anche un’altra proposta sul tavolo. A lanciarla è stato Maurizio Leo, responsabile del Dipartimento Economia di Fratelli d’Italia, in un’intervista al Corriere della Sera: la proposta è di mettere subito mano a una tregua fiscale per le cartelle da mille a 3.500 euro, con una creazione di gettito immediato» che potrebbe essere utilizzato, per l’appunto, per finanziare spese una tantum, come quelle del caro bollette.
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