Niente reddito di cittadinanza a chi rifiuta la prima offerta di lavoro: le ipotesi del nuovo governo
Paolo Russo
Appena al governo, Meloni & C. dovranno affrontare due nodi legati alle politiche del lavoro: come salvaguardare i salari dall’erosione dell’inflazione e fino a che punto mantenere fede alla promessa elettorale di cancellare il reddito di cittadinanza dopo il successo pentastellato al Sud. Perché la futura premier non vuole partire con la sollevazione di quei circa 2 milioni e mezzo di percettori del reddito, lasciando il meridione a Conte e ai suoi. Però c’è anche da venire incontro alle imprese e agli esercenti, che soprattutto nel settore della ristorazione e in quello turistico hanno sempre più difficoltà a trovare personale da contrattualizzare, perché una massa indefinita di beneficiari del sussidio preferisce lavorare in nero per non perderlo.
Non accetti l’offerta di lavoro? Niente reddito di cittadinanza
Così l’idea che sta prendendo piede è quella di partire con il cancellare la possibilità per chi percepisce il reddito di rifiutare due “offerte di lavoro congrue” prima di perdere il sussidio. Magari rivedendo anche il concetto stesso di “congruo”, che oggi prevede un’offerta in linea con curriculum e raggio kilometrico non superiore a 100km tra abitazione e luogo di lavoro. Semplificando: se non accetti quel che ti viene offerto perdi il reddito. Misura che vedrebbe però lo Stato risparmiare su pochi sussidi, visto che circa due terzi dei percettori del reddito sono inabili al lavoro.
Salario minimo: resta quello fissato dai contratti
Il salario minimo per il popolo dei sottopagati non rientra nel lessico del centro destra. “Se non tagli le tasse alle imprese il salario, non solo quello minimo, non c’è per nessuno”, ha affermato in più occasioni il leader leghista Matteo Salvini. E la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, lo ha liquidato come “uno specchietto per le allodole”, proponendo invece corposi tagli fiscali per le imprese che assumono, con attenzione particolare alle donne e ai giovani. E gli incentivi all’imprenditoria sono anche al centro del programma di Forza Italia, la cui responsabile Lavoro, Roberta Toffanin, chiede “la reintroduzione dei voucher per combattere il lavoro nero, l’aumento della soglia dei benefit aziendali e la detassazione degli aumenti retributivi per la contrattazione di secondo livello”.
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