È impasse sul Tesoro, Meloni spera nel Colle per convincere Panetta
Per quanto il calendario imposto dal Quirinale sia molto serrato, è comunque al limite dell’impossibile che per il Consiglio europeo del 20-21 ottobre il nuovo governo abbia già giurato e che possa essere la nuova premier a a dare battaglia sul price cap. E’ molto probabile che a rappresentare l’Italia al tavolo sarà ancora Draghi. Per questo Meloni tiene a precisare che «non c’è alcuna volontà di creare fratture tra l’attuale governo e quello che verrà» anche se, continuano fonti del suo partito «i documenti che arriveranno a Bruxelles saranno il frutto del lavoro dell’esecutivo ora in carica». La formazione del governo è ancora un rebus, la dialettica con i partiti sul numero dei tecnici in squadra è accesa. Meloni ha letto le polemiche scatenate da Lega e FI e manda un avvertimento: «Consiglio prudenza, leggo cose surreali che poi dovrei smentire». Il riferimento è al numero di ministri non politici, che i berlusconiani temono possa arrivare fino a dieci. L’insistere sui tecnici da parte della presidente di FdI, secondo alcune fonti azzurre, potrebbe essere una forma per mettere pressione agli alleati affinché forniscano nomi più adatti a circostanze così difficili. Un tema che la leader e Salvini potrebbero trattare personalmente già oggi, in un incontro che nessuno conferma ufficialmente, ma che potrebbe tenersi a Roma. Di sicuro c’è che di ministri si parlerà al Consiglio federale della Lega di oggi. Mentre domani Meloni è attesa al direttivo nazionale di FdI.
LA STAMPA
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