Missili di Corea del Sud e Stati Uniti sul mar del Giappone. Uno si schianta al suolo

di Guido Santevecchi e Redazione Online

La risposta alla Corea del Nord di Kim Jong-un che aveva sparato un missile balistico sopra il Giappone facendo suonare le sirene. Riunione di emergenza alle 21 del Consiglio di sicurezza dell’Onu

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DAL NOSTRO CORRISPONDENTE DA PECHINO La risposta alla provocazione di Kim Jong-un è arrivata dopo poche ore: intorno alla mezzanotte ora italiana, le forze armate di Seul hanno annunciato che Corea del Sud e Usa hanno lanciato 5 missili terra-terra nel Mar del Giappone. Uno si è però schiantato al suolo a Gangneung, nel nord-est della Corea del Sud. L’esplosione e il successivo incendio provocati dal missile hanno indotto molti a credere che si trattasse di un attacco nordcoreano. L’incidente ha coinvolto un missile balistico a corto raggio Hyumoo-2. Il missile si è schiantato all’interno di una base dell’aeronautica militare alla periferia della città. L’esercito ha fatto sapere che sta indagando sulle cause del «volo anomalo» del missile. In precedenza lo Stato Maggiore della Corea del Sud aveva annunciato che durante le esercitazioni congiunte erano stati lanciati con successo quattro missili Army Tactical Missile System (ATACMS) e un altro missile Hyumoo-2 in risposta alla provocazione del Corea del Nord.

L’operazione è nata, ha spiegato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Kirby, «per rispondere alle provocazioni della Corea del Nord e assicurarci di poter dimostrare le nostre capacità».

Su richiesta degli Stati Uniti (appoggiati da Regno Unito, Francia, Albania, Norvegia e Irlanda) si terrà oggi alle 21 ora italiana la riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite sulla provocazione della Corea del Nord. Il presidente Usa Joe Biden e il primo ministro giapponese Fumio Kishida si sono sentiti al telefono, condannando il lancio nordcoreano.

Tutto è cominciato quando in Italia era l’alba di martedì. «Missile in arrivo, missile in arrivo. Evacuare immediatamente». Si sono svegliati con l’allarme ripetuto incessantemente dai notiziari tv e con il suono delle sirene gli abitanti della prefettura di Aomori sull’isola di Honshu e quelli dell’isola di Hokkaido.

Vita sospesa per una ventina di minuti, nel Nord del Giappone, fermi anche i treni dell’alta velocità.

Un missile nordcoreano è passato sopra l’arcipelago, in un test che segna una ulteriore escalation della minaccia di Kim Jong-un.

La provocazione in Giappone è un drammatico ritorno al passato nell’esibizione di forza del Maresciallo di Pyongyang: aveva fatto lanciare un missile sopra l’arcipelago giapponese per la prima volta nel 2017, al culmine della sua sfida con Donald Trump. Cinque anni dopo, Kim sembra tornare alla vecchia strategia.

Il missile ha volato per 22 minuti, per circa 4.600 chilometri, la distanza più lunga percorsa da un ordigno nordcoreano durante un test ed è piombato nell’Oceano Pacifico, circa 3.200 km a Est dell’arcipelago. Di solito i tecnici nordcoreani programmano la traiettoria dei loro missili con un angolo di elevazione molto pronunciato, per farli ricadere in mare a Ovest del Giappone, evitando il pericoloso sorvolo dell’arcipelago. Il test di questa mattina ha ricordato a Tokyo e a Seul che le loro città sono sotto tiro. Il monito vale anche per gli Stati Uniti, che hanno decine di migliaia di militari schierati nelle basi giapponesi e sudcoreane.

Gli analisti militari ritengono che l’ordigno fosse uno Hwasong-12, un IRBM (Intermediate-range ballistic missile) capace di raggiungere anche la grande base americana di Guam.

Cessato l’allarme generale, il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha definito l’azione nordcoreana «barbara»; il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha promesso una reazione compatta alla sfida; Washington parla di «risposta robusta» alla nuova provocazione.

Quest’anno la Nord Corea ha già lanciato 42 missili in 23 test, cinque negli ultimi dieci giorni.

Sovrastato dal rumore della guerra in Ucraina, Kim Jong-un cerca di richiamare l’attenzione che crede di meritare e che Joe Biden non sembra intenzionato a concedergli. Nel 2017, dopo che un missile nordista aveva sorvolato il Giappone, Donald Trump aveva reagito con un discorso dalla tribuna dell’Assemblea generale Onu, avvisando «l’uomo razzo» che gli Stati Uniti avrebbero «cancellato dalla faccia della terra il suo regime» se non si fosse fermato. Dopo settimane di tensione, Kim a inizio 2018 sorprese Trump e il resto del mondo dichiarando una moratoria nei test missilistici e aprendo una fase di dialogo. Il negoziato fallì durante il vertice Kim-Trump del febbraio 2019 a Hanoi, quando gli americani si resero conto che il Maresciallo non avrebbe mai rinunciato al suo arsenale nucleare.

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