Gas dalla Russia, Gazprom: «Ripreso il flusso attraverso l’Austria, soprattutto all’Italia»

di Fausta Chiesa

Riprende ad arrivare il gas russo in Italia, dopo lo stop delle forniture comunicato da Gazprom sabato primo ottobre. Lo ha annunciato Gazprom, dicendo che i flussi sono ripresi attraverso l’Austria, soprattutto per l’Italia. Il gruppo energetico guidato da Alexey Miller ha detto che con i clienti italiani (cioè l’Eni) è stata trovata una soluzione al problema regolatorio con l’Austria. «Il problema – aveva spiegato il 3 ottobre il ceo di Eni Descalzi – non è di ordine geopolitico ma è dovuto al fatto che per il gas portato si dovrebbe dare una garanzia in funzione del passaggio di questo gas al trasportatore che porta il gas dall’Austria all’Italia. Diventa difficile pensare che una società che vuole pagare in rubli possa mettere delle garanzie in euro per il passaggio. Noi stiamo vedendo come e se è possibile subentrare o al trasportatore o a Gazprom. Si parla di 20 milioni di euro di garanzie su miliardi di euro che passano quindi adesso vediamo se riusciamo a subentrare e facciamo questo sforzo. Il gas è già in Austria in questo momento il gas non è nelle mani di Gazprom, è rimasto in Austria e in Germania. Sto facendo fare una analisi di compliance ed entro questa settimana spero che questo problema possa essere risolto». gli effetti della guerra

Dunque tornano i flussi in entrata al Tarvisio (al confine tra Friuli e Austria) del metano siberiano, che attualmente rappresenta il 10 per cento circa dell’import italiano, mentre fino al 2021 rappresentava il 40 per cento. Forniture che si sono ridotte, ma che sono comunque necessarie per passare l’inverno in sicurezza, come ha spiegato l’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi. Gli scenari con zero gas russo sono stati ipotizzati dall’Agenzia internazionale dell’energia. «Senza una riduzione della domanda di gas e se la fornitura russa venisse completamente interrotta, gli stoccaggi sarebbero pieni per meno del 20% a febbraio, ipotizzando un alto livello di fornitura di Gnl» e «vicini al 5% in caso di bassa fornitura di Gnl», avverte l’Aie. Un crollo delle scorte a tali livelli «aumenterebbe il rischio di interruzione dell’approvvigionamento in caso di un’ondata di freddo tardivo», sottolinea ancora l’Agenzia. Per scongiurare questo scenario, l’Aie ritiene che l’Europa dovrà osservare misure di risparmio «cruciali» per «mantenere le scorte a livelli adeguati fino alla fine della stagione di riscaldamento». Secondo le sue proiezioni, una riduzione invernale della domanda europea di gas di circa il 9% rispetto alla media degli ultimi cinque anni «sarebbe necessaria per mantenere questi livelli di stock al di sopra del 25%» in caso di minori afflussi di Gnl. Inoltre, la domanda europea di gas dovrebbe diminuire del 13% rispetto alla media quinquennale «per mantenere i livelli di stoccaggio al di sopra del 33%» in caso di bassi afflussi di Gnl. L’analisi

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