La rabbia del premier ma Giorgia garantisce: “Non c’è nessuno scontro”
Poi c’è la questione del Consiglio Ue. Al di là del pronostico negativo sull’esito, ci sono molti motivi che spingono la futura premier a evitare questa trasferta. Per FdI si tratterebbe di fatto di una trappola, anche in vista dei rapporti con la Commissione. A Bruxelles Meloni dovrebbe recarsi senza la fiducia delle Camere, ma solo da premier incaricata e soprattutto con un dossier da difendere frutto del lavoro del governo precedente. «Si rischia di dover andare a litigare per ottenere un pugno di mosche», ribadiscono in Via della Scrofa. Con un timore ulteriore: l’accoglienza che potrebbe ottenere un governo vissuto con grande diffidenza all’estero. Se si scavallasse la data del 21 ottobre, inoltre, ci sarebbe molto più tempo per definire la formazione del governo, un’operazione che si sta rivelando molto più complessa del previsto. In serata Meloni twitta: «La lettera del presidente della Commissione europea Von der Leyen ai capi di Stato e di Governo Ue è un passo in avanti per far fronte alla crisi energetica». Un altro passo per stemperare gli animi di una giornata tesa.
LA STAMPA
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