I paletti di Meloni sul governo: ancora duello su Ronzulli. E sulla Giustizia Berlusconi gioca la carta Casellati

Ma se la Lega insiste per avere Infrastrutture, Regioni e Autonomia, Agricoltura e Interno e non vuole farsi carico di tecnici, gli scontri più accesi ci sono stati con FI. Berlusconi infatti ha messo in chiaro che per lui è fondamentale la presenza di Ronzulli, soprattutto se nell’esecutivo ci sarà Tajani, e per lei ha chiesto o la Sanità o le Infrastrutture o l’Agricoltura. Dicasteri per cui lei si sente pronta: «Se Di Maio è stato ministro degli Esteri, non vedo perché non sarei all’altezza io», il suo pensiero. Meloni ha spiegato che non vuole «entrare negli equilibri interni dei partiti», vuole comunque affidare un ministero di peso a Tajani (Esteri o Difesa), ma non accetta diktat. Significa che per la fedelissima del Cavaliere è difficile possa concedere più di un ministero di seconda fascia. Ma Berlusconi ha tirato fuori un’altra carta: ha proposto la presidente del Senato Casellati per la Giustizia. Un nome sul quale Meloni non ha posto veti: «Può essere una soluzione, vediamo. Per Nordio posso pensare ad un altro incarico». Ma non è facile che la richiesta vada in porto, se è vero che c’è chi nel centrodestra fa notare come al vaglio del Quirinale ci sarebbero due caselle a rischio conflitto di interessi: un Guardasigilli che si è occupato dei processi di Berlusconi, così come un azzurro a capo dello Sviluppo Economico, dicastero che si occupa di frequenze e tivù.

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