Chi (non) fa funzionare lo Stato

La Ragioneria, a sua volta, attenta alla «domiciliazione» della spesa e al controllo del rispetto dei suoi limiti, mentre tiene sulla corda persino il Parlamento, si fa sfuggire la galassia dei satelliti statali, tanto che le sue statistiche – sempre più carenti — non riescono a includere i loro dipendenti. Fa controlli ragionieristici, ma non riesce a fare analisi costi-benefici, perché «l’amministrazione vive senza i conti e i conti vivono senza l’amministrazione», come osservava un alto funzionario dello Stato già un secolo fa. Non è riuscita, salvo qualche iniziale tentativo, a introdurre il calcolo economico nello Stato, mentre la «bollinatura», il timbro che dà il via a qualunque decisione pubblica, resta un oscuro ma definitivo «rescritto del principe», non motivato, e fondato su parametri e calcoli sconosciuti. Accetta, però, l’ossessiva ripetizione della ipocrita clausola di invarianza finanziaria, che si può leggere in tanti atti, secondo la quale «agli adempimenti disposti da questa norma si deve provvedere con le risorse umane, strumentali e finanziarie già previste a legislazione vigente».

Consiglio di Stato e Ragioneria generale dello Stato, se vogliono — come tutti auspichiamo — continuare a svolgere il prezioso ruolo che hanno svolto nel passato, debbono cogliere i mutamenti intervenuti nella struttura dei poteri pubblici e nella domanda sociale rivolta allo Stato e dotarsi della «expertise» tecnica necessaria. Il Consiglio di Stato non può mandare ottimi autori di sentenze a scrivere leggi, perché queste vanno scritte da legisti, non da magistrati (mentre le strutture parlamentari, dove esistono i migliori confezionatori di leggi, dovrebbero dare anche esse il loro contributo al governo, che è divenuto il maggiore legislatore). La Ragioneria generale dello Stato deve dotarsi di economisti, se vuole continuare a svolgere il compito di supremo guardiano della finanza (mentre l’Ufficio parlamentare di bilancio dovrebbe cercare di corrispondere alle funzioni per cui era stato istituito, quelle di occhio del Parlamento). Infine, forse non sarebbe inappropriato che qualche ingegnere, qualche matematico e qualche filosofo venisse chiamato a far sentire, in questi grandi corpi, la voce di culture diverse.

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