Collassa Kherson, la telefonata intercettata del soldato russo: “L’intera linea del fronte si sta ritirando. L’artiglieria ucraina ci sta sterminando, i nostri abbandonano tutto e scappano”

«Quando finisce il tuo contratto?». «Il 22 ottobre». «In questo caso sarai qui a Irkutsk il 5 novembre». Il soldato ride amaramente: «Sì, se sopravvivo». «Dimmi Sanya, ma se vi accerchiano come fate?». «Ci hanno accerchiato tre volte, ma siamo sempre riusciti ad arretrare ancora. Però rimaniamo sempre nella sacca». «Ma non avete abbastanza armi e veicoli? E soldati?». La risposta del soldato a contratto è lapidaria: «L’artiglieria ucraina ci sta sterminando». «Ma non abbiamo niente?». «Non abbastanza. Ci sparano continuamente addosso, e non riusciamo ad alzare nemmeno le teste. E’ come se ci sparassero addosso da tutte le direzioni. Carri armati, missili grad, “Uragans”, elicotteri, mortai, howitzer, qualunque cosa. I loro howitzer ci stanno massacrando così duro che mezza foresta salta su. Per salvarsi la gente abbandona di tutto, Ags, mitragliatrici, e vaffanculo».

L’interlocutore è quasi più sconvolto del soldato al fronte: «Chi, cazzo, fa questo?». «I nostri». «I nostri?!? Abbandonano e scappano?». «Certo». La conclusione è lapidaria: «Che inferno del cazzo».

LA STAMPA

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