I pilastri della civiltà repubblicana

MASSIMO GIANNINI

Il discorso di Liliana Segre al Senato resterà nella nostra Storia e nei nostri cuori. Nel giorno in cui comincia la stramba legislatura delle tre destre battezzata dal Vaffa del Cavaliere, nell’ora in cui Ignazio Benito Maria La Russa viene eletto presidente dell’assemblea di Palazzo Madama, questa donna straordinaria sopravvissuta alla Shoah passa a lui un testimone gravoso e regala a tutti noi un dono prezioso. In questi tempi di conformismo che sa già di revisionismo, ci vuole un immenso coraggio ad evocare in quell’aula che fu sorda e grigia “la vertigine” della Marcia su Roma e le “leggi razziste” del 1938, Giacomo Matteotti “capofila” della nostra battaglia contro il fascismo e poi la Festa della Liberazione.

In questa camaleontica epifania di un potere che dichiara “finita la pacchia” e già vaneggia di indefiniti presidenzialismi, ci vuole forza morale a ricordare che l’unità del nostro popolo, forgiata nella memoria del 25 aprile e del 2 giugno, nasce nella Costituzione, che non è un pezzo di carta ma il testamento di 100 mila morti caduti per la libertà, e che invece di voler cambiare faremmo bene ad attuare una volta per tutte. Non c’è altro da ricordare, a Giorgia Meloni che sta per entrare a Palazzo Chigi, alla maggioranza rissosa che già zoppica e all’opposizione sbandata che già offre stampelle.

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