Berlusconi contro Meloni: «Supponente e arrogante»
La guerra in Forza Italia
Tajani, Bernini e il pacchetto di mischia delle «colombe» azzurre, che hanno attivato canali in proprio con FdI, hanno detto a chiunque che la strategia di sabotare il cantiere del governo Meloni è stata un errore. Hanno l’appoggio della vecchia guardia del berlusconismo, da Fedele Confalonieri a Gianni Letta, termometri di quel «partito azienda» che è governista per definizione sempre, figurarsi ora che in maggioranza c’è anche FI.
L’ala dei «falchi», capitanata da Ronzulli, conta su un robusto drappello di parlamentari. Senza un intervento chiaro di Berlusconi, la disputa uscirà dal «dietro le quinte» per finire sulla scena già all’inizio della settimana. L’occasione? La partita per i capigruppo. Ronzulli, ormai rassegnata al veto su un suo futuro da ministra, sogna di scalare il coordinamento del partito e magari, prima ancora, di candidarsi a guidare il gruppo al Senato. Alla Camera Giorgio Mulè, forte del credito aumentato dall’esperienza nel governo Draghi, o Alessandro Cattaneo potrebbero lanciare un’opa sulla riconferma di Paolo Barelli, che sta nel gruppo Tajani. Una giostra che rischia di triturare tutto. Rapporti umani, coalizione, quel che resta del partito. Tutto.
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