Ministri del governo Meloni, le candidature di Giorgetti e Calderoli: così Salvini conquista posizioni

di Marco Cremonesi e Marco Galluzzo

La candidatura di Giorgetti al Mef si consolida. Per gli Affari regionali è in corsa Calderoli. Al partito potrebbe andare anche l’Agricoltura

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Le tessere del puzzle sembrano comporsi in un quadro più chiaro dopo l’elezione del presidente del Senato. Un colloquio pomeridiano fra Matteo Salvini e Giorgia Meloni, alla Camera, fa fare passi avanti alla composizione del futuro governo. Le indiscrezioni che fa filtrare la Lega sono di piena soddisfazione, se oggi come sembra eleggerà un suo esponente alla guida della Camera dei deputati, ma soprattutto se otterrà la guida del ministero dell’Economia con Giancarlo Giorgetti.

Le ultime notizie sul governo e l’elezione del presidente della Camera

«Se la Lega vuole il ministero dell’Economia e mi manda lì, io ci vado», dice il diretto interessato, rompendo il suo proverbiale riserbo, mentre nello staff di Salvini fanno i conti su una rappresentanza governativa molto nutrita. Salvini stesso potrebbe aggiungere la carica di vicepremier alle deleghe sulle Infrastrutture, Roberto Calderoli, che per «spirito istituzionale» si è tirato indietro dalla corsa alla guida del Senato, dovrebbe approdare agli Affari regionali, mentre il prefetto Matteo Piantedosi, già capo di gabinetto di Salvini, dovrebbe guidare il Viminale. Alla Lega dovrebbe anche andare un ministero fra Agricoltura, Istruzione e Università.

Ma soprattutto dovrebbe ottenere la terza carica dello Stato con Lorenzo Fontana, fedelissimo di Salvini, per tanti anni eurodeputato, ministro per la Famiglia nel primo governo Conte, vicesegretario del partito. Mentre a fine giornata è la stessa premier in pectore che sembra ufficializzare la candidatura di Giorgetti: «Io penso che Giancarlo Giorgetti sarebbe un ottimo ministro dell’Economia».

A questo punto a Forza Italia toccherebbe una rappresentanza minore rispetto alle aspettative. Punto fermo resta Antonio Tajani agli Esteri, mentre Maurizio Gasparri potrebbe finire alla guida della Pubblica amministrazione e Anna Maria Bernini all’Università. Alessandro Cattaneo, già sindaco di Pavia, resterebbe in corsa per un altro posto. Una sorpresa potrebbe essere la conferma al governo di Gilberto Pichetto Fratin, oggi numero due al Mise. Se queste previsioni fossero confermate un ridimensionamento del partito di Berlusconi sarebbe un dato di realtà. Fra i cinque ministeri più importanti prenderebbe solo gli Esteri, mentre la Giustizia toccherebbe al magistrato Carlo Nordio, eletto con FdI, e la Difesa ad Adolfo Urso, anche lui di Fratelli d’Italia. E gli altri due alla Lega, Economia e Interno.

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